Introduzione. La citologia su striscio delle vie biliari extraepatiche effettuata con spazzolino (brushing endoscopico) è il metodo più utilizzato per la valutazione delle lesioni delle vie biliari extraepatiche, ma presenta scarsa sensibilità. Per migliorarne la potenzialità diagnostica, presentiamo una nuova ed originale metodica che permette di effettuare un esame citologico ottimale del materiale ago-aspirato. Metodi. Lo spazzolino viene immediatamente immerso in metanolo e inserito nelle biocassette per l’inclusione in paraffina. Vengono tagliate delle sezioni parallele e consecutive lungo l’asse maggiore, fino al core metallico; successivamente il blocco di paraffina viene ruotato di 180° e nuove sezioni vengono effettuate sul lato opposto. Le sezioni, colorate in Ematossilina e Eosina e con Alcian Blue Mucine, hanno mostrato piccoli frammenti di mucosa, di cellule infiammatorie aggregate o di carcinoma, con un’ottima fissazione, permettendo una diagnosi definitiva accurata in quasi la totalità dei casi esaminati. Infatti 112 campioni citologici di brushing endoscopici delle vie biliari extraepatiche (67 M; 45 F), raccolti all’Ospedale “Molinette”, Università di Torino, tra Gennaio 2002 e Agosto 2006, sono stati inclusi nel nostro studio. Tutti i pazienti avevano una diagnosi definitiva istologica e un follow-up clinico medio di 21 mesi. Risultati. Confrontando questa originale metodica su 112 casi consecutivi di brushing endoscopico con la diagnosi istologica su pezzo operatorio, abbiamo osservato: 87% di sensibilità, 100% di specificità, 100% di valore predittivo positivo (VPP) e 91% di valore predittivo negative (NPV). La metodica inoltre, confrontata con la diagnosi clinica dopo almeno 6 mesi di follow-up, ha mostrato: 88% sensibilità, 100% specificità, 100% VPP e 96% VPN. Conclusioni. In conclusione questa nuova metodica è altamente sensibile e specifica, limitando all’1% le diagnosi non idonee, con una concordanza con la diagnosi istologica pari all’88% (K-value).

Esame istopatologico in alternativa allo striscio citologico per l’esame del brushing delle vie biliari

ASIOLI, SOFIA;
2007

Abstract

Introduzione. La citologia su striscio delle vie biliari extraepatiche effettuata con spazzolino (brushing endoscopico) è il metodo più utilizzato per la valutazione delle lesioni delle vie biliari extraepatiche, ma presenta scarsa sensibilità. Per migliorarne la potenzialità diagnostica, presentiamo una nuova ed originale metodica che permette di effettuare un esame citologico ottimale del materiale ago-aspirato. Metodi. Lo spazzolino viene immediatamente immerso in metanolo e inserito nelle biocassette per l’inclusione in paraffina. Vengono tagliate delle sezioni parallele e consecutive lungo l’asse maggiore, fino al core metallico; successivamente il blocco di paraffina viene ruotato di 180° e nuove sezioni vengono effettuate sul lato opposto. Le sezioni, colorate in Ematossilina e Eosina e con Alcian Blue Mucine, hanno mostrato piccoli frammenti di mucosa, di cellule infiammatorie aggregate o di carcinoma, con un’ottima fissazione, permettendo una diagnosi definitiva accurata in quasi la totalità dei casi esaminati. Infatti 112 campioni citologici di brushing endoscopici delle vie biliari extraepatiche (67 M; 45 F), raccolti all’Ospedale “Molinette”, Università di Torino, tra Gennaio 2002 e Agosto 2006, sono stati inclusi nel nostro studio. Tutti i pazienti avevano una diagnosi definitiva istologica e un follow-up clinico medio di 21 mesi. Risultati. Confrontando questa originale metodica su 112 casi consecutivi di brushing endoscopico con la diagnosi istologica su pezzo operatorio, abbiamo osservato: 87% di sensibilità, 100% di specificità, 100% di valore predittivo positivo (VPP) e 91% di valore predittivo negative (NPV). La metodica inoltre, confrontata con la diagnosi clinica dopo almeno 6 mesi di follow-up, ha mostrato: 88% sensibilità, 100% specificità, 100% VPP e 96% VPN. Conclusioni. In conclusione questa nuova metodica è altamente sensibile e specifica, limitando all’1% le diagnosi non idonee, con una concordanza con la diagnosi istologica pari all’88% (K-value).
2007
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151
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S. Asioli; G. Accinelli; E. Armando; D. Pacchioni; P. Cassoni; G. Bussolati
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