Mentre in altri paesi l’iniziativa di una rilevazione fotografica del patrimonio viene assunta assai precocemente dallo Stato (in Francia, con la Mission Héliographique, già alla metà del XIX secolo) in Italia un intervento dello Stato si ha molto tardivamente. La rilevazione del patrimonio in Italia avviene attraverso alcuni grandi “fotografi editori” privati (come Alinari, Anderson, Brogi) che si incaricano di questo compito in risposta alla domanda dei viaggiatori, del pubblico colto europeo, e poi soprattutto degli istituti, degli enti, delle fototeche, degli studiosi, solo in piccola parte italiani, ma soprattutto europei e anche extraeuropei. Come hanno chiarito alcuni studi recenti, i nostri maggiori fotografi editori fin dall’inizio si muovono in un contesto culturale che è assolutamente di livello europeo, hanno come riferimento le esperienze più avanzate in questo contesto, e da esso sono accettati e riconosciuti; e per la gran parte la loro produzione è indirizzata all’estero, a un pubblico internazionale, del quale evidentemente debbono tener conto nelle loro scelte. Nello stesso tempo almeno fino al nuovo secolo, i grandi fotografi editori si muovono con una logica essenzialmente regionale o macroregionale. Il rapporto Nord / Meridione si articola quindi entro una dinamica complessa che vede interagire dinamiche regionali con una domanda internazionale. Nella fase di passaggio fra il XIX e il XX secolo, con la seconda generazione dei grandi fotografi editori, si ha una forte valorizzazione in senso “nazionale” dell’opera di rilevazione fotografica del patrimonio culturale. Nel saggio si mostra come lo sguardo di questi fotografi sul Meridione sia sensibilmente diverso, quantitativamente e qualitativamente, da quello riservato al Centro-Nord.

L’editoria fotografica e la documentazione del patrimonio artistico italiano. La difficile “nazionalizzazione” fotografica del Mezzogiorno (1861-1911)

TOMASSINI, LUIGI
2013

Abstract

Mentre in altri paesi l’iniziativa di una rilevazione fotografica del patrimonio viene assunta assai precocemente dallo Stato (in Francia, con la Mission Héliographique, già alla metà del XIX secolo) in Italia un intervento dello Stato si ha molto tardivamente. La rilevazione del patrimonio in Italia avviene attraverso alcuni grandi “fotografi editori” privati (come Alinari, Anderson, Brogi) che si incaricano di questo compito in risposta alla domanda dei viaggiatori, del pubblico colto europeo, e poi soprattutto degli istituti, degli enti, delle fototeche, degli studiosi, solo in piccola parte italiani, ma soprattutto europei e anche extraeuropei. Come hanno chiarito alcuni studi recenti, i nostri maggiori fotografi editori fin dall’inizio si muovono in un contesto culturale che è assolutamente di livello europeo, hanno come riferimento le esperienze più avanzate in questo contesto, e da esso sono accettati e riconosciuti; e per la gran parte la loro produzione è indirizzata all’estero, a un pubblico internazionale, del quale evidentemente debbono tener conto nelle loro scelte. Nello stesso tempo almeno fino al nuovo secolo, i grandi fotografi editori si muovono con una logica essenzialmente regionale o macroregionale. Il rapporto Nord / Meridione si articola quindi entro una dinamica complessa che vede interagire dinamiche regionali con una domanda internazionale. Nella fase di passaggio fra il XIX e il XX secolo, con la seconda generazione dei grandi fotografi editori, si ha una forte valorizzazione in senso “nazionale” dell’opera di rilevazione fotografica del patrimonio culturale. Nel saggio si mostra come lo sguardo di questi fotografi sul Meridione sia sensibilmente diverso, quantitativamente e qualitativamente, da quello riservato al Centro-Nord.
2013
«L'Italia è». Mezzogiorno, Risorgimento e post-Risorgimento
279
306
L. Tomassini
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