Le acque interne sono uno dei sistemi ambientali a maggior rischio di inquinamento da parte dell’uomo e contemporaneamente sostengono un’ingente proporzione della biodiversità. Il loro monitoraggio è una grande risorsa di conoscenze che permette la costituzione di piani gestionali sostenibili. In tale visione si inquadra un progetto di ricerca finanziato dalla Provincia di Forlì-Cesena per quanto riguarda le acque di due zone a diverso impatto antropico ed in particolare la diversa composizione della fauna parassitaria presente nella comunità ittica locale. Sono stati selezionati due “ambienti tipo”, uno a ridosso della città (“parco urbano”, fiume Montone) ed uno posto nell'oasi di protezione della fauna a pochi chilometri (“oasi”, fiume Ronco), per verificare come la diversa "pressione" dei vari fattori di disturbo di origine antropica potesse essere correlata alla composizione della parassitofauna della fauna ittica. Nel periodo 2007-2008 e 2011 sono stati condotti, mediante elettropesca, campionamenti sulle comunità ittiche presenti in due tratti di circa 150 m individuati negli “ambienti tipo” sopra descritti. In totale sono state rilevate 12 specie ittiche che hanno mostrato una suddivisione particolare con forti variazioni di numerosità, diversità e struttura del popolamento che appaiono dettate dall'uso intensivo di entrambi i siti per il forte consumo d'acqua e improvvise situazioni di torbidità per gestione degli alvei. Sottocampioni sono stati sottoposti ad indagine parassitologica secondo procedure standard al fine di evidenziare eventuali differenze nella composizione della parassitofauna. Sono stati esaminati in totale 102 soggetti appartenenti a 9 diverse specie ittiche, in particolare 41 cavedani (Squalius cephalus), 20 pseudorasbore (Pseudorasbora parva), 12 alborelle (Alburnus alburnus), 10 barbi (Barbus barbus), 6 lasche (Protochondrostoma genei), 6 carassi (Carassius carassius), 4 rovelle (Rutilus rubilio), 2 carpe (Ciprynus carpio) e 1 siluro (Silurus glanis). Nei soggetti esaminati è stata rilevata la presenza di 10 diverse specie parassitarie, con alcune differenze di tipo qualitativo e quantitativo nei due siti in studio e nelle diverse specie ittiche. In particolare, il reperto di parassiti eteroxeni quali mixosporidi del genere Myxobolus e di acantocefali della specie Pomphorhynchus laevis è risultato frequente nelle diverse specie ittiche ed in soggetti provenienti da entrambi i siti di campionamento, seppur con lievi differenze di prevalenza, mentre infestazioni da metacercarie di Clinostomum complanatum sono state rilevate solo in barbi ed in cavedani, con prevalenze sensibilmente maggiori nei soggetti pescati nella zona di “parco urbano”. Il mixosporidio Thelohanellus sp. è stato evidenziato solo in due soggetti di carassio. E’ stata inoltre rilevata la sporadica presenza, sempre a bassa intensità d’infezione, di parassiti monoxeni quali Trichodina sp., Dactylogyrus sp. e Diplozoon paradoxum in carpa e cavedano. Nell’unico soggetto di siluro esaminato si è osservata la presenza di monogenei del genere Thaparocleidus a livello branchiale e di Acanthocephalus sp. a livello intestinale. In linea generale le percentuali di positività per parassiti hanno mostrato valori maggiori nei campioni provenienti dall'area prossima alla città. Trattandosi per la maggior parte di specie parassitarie a ciclo indiretto, si può supporre una maggiore presenza di invertebrati quali gasteropodi, anellidi bentonici e crostacei anfipodi che rappresentano rispettivamente gli ospiti intermedi di digenei, myxosporidi e acantocefali, anche se non va tralasciato il fatto che vari fattori di stress ambientale, quali le ampie variazioni di flusso e la presenza di inquinanti, possano rappresentare fattori predisponenti l’ospite ittico nei confronti di parassitosi di diversa natura.

COMUNITÀ PARASSITARIA IN PESCI PRELEVATI DA DUE SITI A DIVERSO IMPATTO ANTROPICO IN PROVINCIA DI FORLÌ

GUSTINELLI, ANDREA;CAFFARA, MONICA;FIORAVANTI, MARIALETIZIA;
2012

Abstract

Le acque interne sono uno dei sistemi ambientali a maggior rischio di inquinamento da parte dell’uomo e contemporaneamente sostengono un’ingente proporzione della biodiversità. Il loro monitoraggio è una grande risorsa di conoscenze che permette la costituzione di piani gestionali sostenibili. In tale visione si inquadra un progetto di ricerca finanziato dalla Provincia di Forlì-Cesena per quanto riguarda le acque di due zone a diverso impatto antropico ed in particolare la diversa composizione della fauna parassitaria presente nella comunità ittica locale. Sono stati selezionati due “ambienti tipo”, uno a ridosso della città (“parco urbano”, fiume Montone) ed uno posto nell'oasi di protezione della fauna a pochi chilometri (“oasi”, fiume Ronco), per verificare come la diversa "pressione" dei vari fattori di disturbo di origine antropica potesse essere correlata alla composizione della parassitofauna della fauna ittica. Nel periodo 2007-2008 e 2011 sono stati condotti, mediante elettropesca, campionamenti sulle comunità ittiche presenti in due tratti di circa 150 m individuati negli “ambienti tipo” sopra descritti. In totale sono state rilevate 12 specie ittiche che hanno mostrato una suddivisione particolare con forti variazioni di numerosità, diversità e struttura del popolamento che appaiono dettate dall'uso intensivo di entrambi i siti per il forte consumo d'acqua e improvvise situazioni di torbidità per gestione degli alvei. Sottocampioni sono stati sottoposti ad indagine parassitologica secondo procedure standard al fine di evidenziare eventuali differenze nella composizione della parassitofauna. Sono stati esaminati in totale 102 soggetti appartenenti a 9 diverse specie ittiche, in particolare 41 cavedani (Squalius cephalus), 20 pseudorasbore (Pseudorasbora parva), 12 alborelle (Alburnus alburnus), 10 barbi (Barbus barbus), 6 lasche (Protochondrostoma genei), 6 carassi (Carassius carassius), 4 rovelle (Rutilus rubilio), 2 carpe (Ciprynus carpio) e 1 siluro (Silurus glanis). Nei soggetti esaminati è stata rilevata la presenza di 10 diverse specie parassitarie, con alcune differenze di tipo qualitativo e quantitativo nei due siti in studio e nelle diverse specie ittiche. In particolare, il reperto di parassiti eteroxeni quali mixosporidi del genere Myxobolus e di acantocefali della specie Pomphorhynchus laevis è risultato frequente nelle diverse specie ittiche ed in soggetti provenienti da entrambi i siti di campionamento, seppur con lievi differenze di prevalenza, mentre infestazioni da metacercarie di Clinostomum complanatum sono state rilevate solo in barbi ed in cavedani, con prevalenze sensibilmente maggiori nei soggetti pescati nella zona di “parco urbano”. Il mixosporidio Thelohanellus sp. è stato evidenziato solo in due soggetti di carassio. E’ stata inoltre rilevata la sporadica presenza, sempre a bassa intensità d’infezione, di parassiti monoxeni quali Trichodina sp., Dactylogyrus sp. e Diplozoon paradoxum in carpa e cavedano. Nell’unico soggetto di siluro esaminato si è osservata la presenza di monogenei del genere Thaparocleidus a livello branchiale e di Acanthocephalus sp. a livello intestinale. In linea generale le percentuali di positività per parassiti hanno mostrato valori maggiori nei campioni provenienti dall'area prossima alla città. Trattandosi per la maggior parte di specie parassitarie a ciclo indiretto, si può supporre una maggiore presenza di invertebrati quali gasteropodi, anellidi bentonici e crostacei anfipodi che rappresentano rispettivamente gli ospiti intermedi di digenei, myxosporidi e acantocefali, anche se non va tralasciato il fatto che vari fattori di stress ambientale, quali le ampie variazioni di flusso e la presenza di inquinanti, possano rappresentare fattori predisponenti l’ospite ittico nei confronti di parassitosi di diversa natura.
2012
Atti del XVIII Convegno Nazionale della Società Italiana di Patologia Ittica S.I.P.I.
45
45
Gustinelli A.; Caffara M.; Fioravanti M.L.; Scaravelli D.
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