Nella promozione della partecipazione dei cittadini la Toscana si é spinta più lontana di quanto abbiano fatto altri governi locali e regionali, non solo in Italia. La lr 69/07 della Toscana rappresenta infatti una normativa innovativa e ambiziosa che promuove pro-attivamente il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali, e più in generale la produzione di capitale sociale e di senso civico grazie alla creazione di una 'struttura di opportunità' (Kitschelt 1986). La Toscana quindi può essere vista come un ‘laboratorio’ in cui l’approccio deliberativo viene messo alla prova, e applicato in una varietà di contesti e a una varietà di tematiche e questioni. L’attuazione della politica di promozione della partecipazione é affidata a una figura ormai piuttosto ‘usuale’ a livello statale, ma assai meno a quello regionale, ovvero a una Autorità indipendente (la dizione esatta è ‘Autorità regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione’ - qui di seguito ARP). Vale la pena di osservare a questo proposito come altre Regioni europee, quali la Catalunya, che pure hanno avviato politiche con intenti similari (tipicamente senza apposite normative), hanno preferito affidarne l’attuazione direttamente ai propri apparati amministrativi, che dipendono dalle maggioranze politiche al governo. La soluzione Toscana solleva quindi due quesiti: perché una figura indipendente? e inoltre: in che misura è effettivamente ‘indipendente’?
Promuovere la democrazia partecipativa: il ruolo dell'Autorità regionale per la partecipazione
LEWANSKI, RODOLFO
2013
Abstract
Nella promozione della partecipazione dei cittadini la Toscana si é spinta più lontana di quanto abbiano fatto altri governi locali e regionali, non solo in Italia. La lr 69/07 della Toscana rappresenta infatti una normativa innovativa e ambiziosa che promuove pro-attivamente il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali, e più in generale la produzione di capitale sociale e di senso civico grazie alla creazione di una 'struttura di opportunità' (Kitschelt 1986). La Toscana quindi può essere vista come un ‘laboratorio’ in cui l’approccio deliberativo viene messo alla prova, e applicato in una varietà di contesti e a una varietà di tematiche e questioni. L’attuazione della politica di promozione della partecipazione é affidata a una figura ormai piuttosto ‘usuale’ a livello statale, ma assai meno a quello regionale, ovvero a una Autorità indipendente (la dizione esatta è ‘Autorità regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione’ - qui di seguito ARP). Vale la pena di osservare a questo proposito come altre Regioni europee, quali la Catalunya, che pure hanno avviato politiche con intenti similari (tipicamente senza apposite normative), hanno preferito affidarne l’attuazione direttamente ai propri apparati amministrativi, che dipendono dalle maggioranze politiche al governo. La soluzione Toscana solleva quindi due quesiti: perché una figura indipendente? e inoltre: in che misura è effettivamente ‘indipendente’?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.