Nel saggio compaiono gli esiti di una ricerca tesa ad indagare l’eredità urbanistica e politica lasciata dagli avi all'ultimo principe di Carpi, Alberto III Pio, al fine di meglio comprendere l’evoluzione della città nei secoli XIII-XV. Le indagini, oltre ad individuare i riverberi che le dinamiche sociali, demografiche e politiche tardomedievali ebbero sull’assetto dell’insediamento carpigiano, dimostrano al contempo quanto sia riduttivo appiattire la storia di Carpi all’epopea del suo ultimo, illustre principe, e come i problemi tipici di una comunità (quali la creazione delle difese castellane, la lottizzazione per nuovi comparti urbani, la costruzione di edifici religiosi e l’inserimento degli ordini conventuali) abbiano avuto localmente delle soluzioni originali e inconsuete. Per il primo periodo del dominio Pio, si sottolinea il condizionamento prodotto dal sistema politico sull’assetto fisico dell’insediamento, in particolare si richiama l'influenza che il regime di condominiato dei titolari del feudo ebbe sulla configurazione urbana, nel segno di una forte rigidità topografica, che caratterizzò l’area esterna al castrum come uno spazio “separato e diviso”, almeno fino agli inizi del secolo XV; per i decenni centrali del Quattrocento, cioè nel periodo che vide il consolidarsi del dominio Pio, si pongono in luce le strategie signorili attuate per rendere fisicamente la Terra di Carpi un organismo coeso e unitario, e per riconfigurare funzionalmente e figurativamente l’ampio invaso ora a tutti noto come la grande piazza centrale, tra le più vaste d’Italia.

Ordinamenti politici e strategie signorili: note di storia urbanistica carpigiana tra Medioevo e Rinascimento

GHIZZONI, MANUELA
2004

Abstract

Nel saggio compaiono gli esiti di una ricerca tesa ad indagare l’eredità urbanistica e politica lasciata dagli avi all'ultimo principe di Carpi, Alberto III Pio, al fine di meglio comprendere l’evoluzione della città nei secoli XIII-XV. Le indagini, oltre ad individuare i riverberi che le dinamiche sociali, demografiche e politiche tardomedievali ebbero sull’assetto dell’insediamento carpigiano, dimostrano al contempo quanto sia riduttivo appiattire la storia di Carpi all’epopea del suo ultimo, illustre principe, e come i problemi tipici di una comunità (quali la creazione delle difese castellane, la lottizzazione per nuovi comparti urbani, la costruzione di edifici religiosi e l’inserimento degli ordini conventuali) abbiano avuto localmente delle soluzioni originali e inconsuete. Per il primo periodo del dominio Pio, si sottolinea il condizionamento prodotto dal sistema politico sull’assetto fisico dell’insediamento, in particolare si richiama l'influenza che il regime di condominiato dei titolari del feudo ebbe sulla configurazione urbana, nel segno di una forte rigidità topografica, che caratterizzò l’area esterna al castrum come uno spazio “separato e diviso”, almeno fino agli inizi del secolo XV; per i decenni centrali del Quattrocento, cioè nel periodo che vide il consolidarsi del dominio Pio, si pongono in luce le strategie signorili attuate per rendere fisicamente la Terra di Carpi un organismo coeso e unitario, e per riconfigurare funzionalmente e figurativamente l’ampio invaso ora a tutti noto come la grande piazza centrale, tra le più vaste d’Italia.
2004
L’ambizione di essere città. Piccoli, grandi centri nell’Italia rinascimentale
121
153
M. GHIZZONI
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/13864
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact