Il 30 marzo 2007 l’Italia ha ratificato la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006, all’interno della quale si affermano diritti, più volte ribaditi anche in sede Europea e che da decenni sono alla base della normativa italiana (Costituzione art. 4), ma che richiedono un costante impegno per un’effettiva attuazione. Per attuare quanto indicato occorre continuare a promuovere un’opera di sensibilizzazione, di innovazione culturale che, valorizzando la responsabilità sociale delle imprese, si traduca in un’assunzione di corresponsabilità interistituzionale, sulla base della condivisione valoriale e di un fattivo impegno. Si tratta infatti non solo di adempiere a degli obblighi di legge, ma di modificare, superandolo, un modo di vedere la persona disabile come appartenente a una categoria “a parte” della società verso la quale si può avere solo un approccio di tipo assistenziale, riconoscendola a tutti gli effetti come cittadino da promuovere. E questo indipendentemente dal livello di gravità del deficit della persona e quindi anche in caso di disabilità “complessa”. E’ indubbio che il lavoro costituisca per ogni individuo un aspetto fondamentale per l’inclusione sociale, ma come può la persona disabile, in particolare se con disabilità complessa, porsi come soggetto attivo nel mondo del lavoro, soprattutto oggi, in piena crisi economica? Perché e come le aziende dovrebbero impegnarsi a includere nel processo lavorativo un soggetto disabile con disabilità complessa? Utile può essere, per avere maggiore consapevolezza degli aspetti coinvolti, conoscere le esperienze maturate nel nostro Paese in questi decenni a favore delle persone con disabilità complessa ed è in questa ottica che si colloca la ricerca qualitativa, presentata in questo contributo, indirizzata alla descrizione di un servizio in particolare: "Senza muri". Dopo aver introdotto la problematica dell'inclusione lavorativa di persone con disabilità complessa dal punto di vista teorico, si presenta una ricerca che assume l’approccio narrativo per esplorare il servizio, rilevandone gli aspetti qualificanti. Gli obiettivi perseguiti sono stati i seguenti: • Conoscere la storia, la dimensione organizzativa e gestionale che specifica il servizio “Senza Muri”, a Ozzano dell’Emilia (Bo), rilevando le caratteristiche dei destinatari che ne usufruiscono, il gruppo di lavoro, la metodologia attuata, il lavoro di rete che prevede il coinvolgimento sociale di diversi soggetti istituzionali, tra cui, in primo luogo, la famiglia, i centri di formazione professionale, le aziende, la collaborazione con l’Amministrazione comunale, l’integrazione con il territorio e con gli altri Centri socio-educativi. • Individuare gli aspetti valoriali, i quadri culturali e teorici che sono alla base delle scelte operative compiute dagli educatori, rilevando quali significati attribuiscono alla loro esperienza, quali ritengono i loro saperi e le loro competenze professionali espressi nel condurre un servizio particolare quale quello rivolto all’inserimento lavorativo di ragazzi con disabilità complessa. In questo studio ci si è avvalsi per la rilevazione dei dati, oltre che della raccolta di materiali scritti (documenti, moduli, griglie, verbali di riunioni, progettazioni educative relative ad alcuni ragazzi disabili), dell’intervista. Dalle interviste narrative è emerso un dato fondamentale riguardo l’esperienza lavorativa degli educatori, già rilevato in altre ricerche (Cheetham, Chivers, 2001), e cioè come l’esperienza stessa possa essere fonte di formazione e di autoformazione per gli educatori quando diventa oggetto di riflessione personale o di equipe e sia possibile avvalersi di una supervisione da parte di un esperto (spesso individuato nell’area psichiatrica o psicologica). Molteplici le modalità di apprendimento: interagendo con colleghi esperti, svolgendo un lavoro di squadra, rapportandosi ...

“Senza muri”. Un servizio per l’inclusione lavorativa di persone con disabilità complessa

SANDRI, PATRIZIA
2015

Abstract

Il 30 marzo 2007 l’Italia ha ratificato la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006, all’interno della quale si affermano diritti, più volte ribaditi anche in sede Europea e che da decenni sono alla base della normativa italiana (Costituzione art. 4), ma che richiedono un costante impegno per un’effettiva attuazione. Per attuare quanto indicato occorre continuare a promuovere un’opera di sensibilizzazione, di innovazione culturale che, valorizzando la responsabilità sociale delle imprese, si traduca in un’assunzione di corresponsabilità interistituzionale, sulla base della condivisione valoriale e di un fattivo impegno. Si tratta infatti non solo di adempiere a degli obblighi di legge, ma di modificare, superandolo, un modo di vedere la persona disabile come appartenente a una categoria “a parte” della società verso la quale si può avere solo un approccio di tipo assistenziale, riconoscendola a tutti gli effetti come cittadino da promuovere. E questo indipendentemente dal livello di gravità del deficit della persona e quindi anche in caso di disabilità “complessa”. E’ indubbio che il lavoro costituisca per ogni individuo un aspetto fondamentale per l’inclusione sociale, ma come può la persona disabile, in particolare se con disabilità complessa, porsi come soggetto attivo nel mondo del lavoro, soprattutto oggi, in piena crisi economica? Perché e come le aziende dovrebbero impegnarsi a includere nel processo lavorativo un soggetto disabile con disabilità complessa? Utile può essere, per avere maggiore consapevolezza degli aspetti coinvolti, conoscere le esperienze maturate nel nostro Paese in questi decenni a favore delle persone con disabilità complessa ed è in questa ottica che si colloca la ricerca qualitativa, presentata in questo contributo, indirizzata alla descrizione di un servizio in particolare: "Senza muri". Dopo aver introdotto la problematica dell'inclusione lavorativa di persone con disabilità complessa dal punto di vista teorico, si presenta una ricerca che assume l’approccio narrativo per esplorare il servizio, rilevandone gli aspetti qualificanti. Gli obiettivi perseguiti sono stati i seguenti: • Conoscere la storia, la dimensione organizzativa e gestionale che specifica il servizio “Senza Muri”, a Ozzano dell’Emilia (Bo), rilevando le caratteristiche dei destinatari che ne usufruiscono, il gruppo di lavoro, la metodologia attuata, il lavoro di rete che prevede il coinvolgimento sociale di diversi soggetti istituzionali, tra cui, in primo luogo, la famiglia, i centri di formazione professionale, le aziende, la collaborazione con l’Amministrazione comunale, l’integrazione con il territorio e con gli altri Centri socio-educativi. • Individuare gli aspetti valoriali, i quadri culturali e teorici che sono alla base delle scelte operative compiute dagli educatori, rilevando quali significati attribuiscono alla loro esperienza, quali ritengono i loro saperi e le loro competenze professionali espressi nel condurre un servizio particolare quale quello rivolto all’inserimento lavorativo di ragazzi con disabilità complessa. In questo studio ci si è avvalsi per la rilevazione dei dati, oltre che della raccolta di materiali scritti (documenti, moduli, griglie, verbali di riunioni, progettazioni educative relative ad alcuni ragazzi disabili), dell’intervista. Dalle interviste narrative è emerso un dato fondamentale riguardo l’esperienza lavorativa degli educatori, già rilevato in altre ricerche (Cheetham, Chivers, 2001), e cioè come l’esperienza stessa possa essere fonte di formazione e di autoformazione per gli educatori quando diventa oggetto di riflessione personale o di equipe e sia possibile avvalersi di una supervisione da parte di un esperto (spesso individuato nell’area psichiatrica o psicologica). Molteplici le modalità di apprendimento: interagendo con colleghi esperti, svolgendo un lavoro di squadra, rapportandosi ...
2015
Terre di mezzo. Permanenze e cambiamenti nella realizzazione professionale delle persone disabili
251
282
Sandri, Patrizia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/134535
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