Il contributo pone attenzione a due dimensioni afferenti alla condizione di salute della popolazione femminile straniera presente in provincia di Bologna: a) i parti (attraverso l’analisi dei certificati di assistenza al parto – Cedap); b) le interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg). Rispetto ai parti, è ormai noto che le donne straniere presentano tassi di fecondità più alti delle italiane, e che l’età al parto delle madri straniere è inferiore a quella delle madri italiane. L'analisi diacronica dei dati relativi ai parti registrati nella provincia di Bologna dal 2003 al 2010 mostra come l’incidenza dei parti delle donne straniere sia notevolmente cresciuto. Inoltre, i dati evidenziano che le gestanti straniere ricorrono alle visite mediche del ginecologo meno frequentemente e a gravidanza più inoltrata rispetto alle italiane, e quando lo fanno si rivolgono prevalentemente a coloro che prestano servizio presso le strutture sanitarie pubbliche anziché private. Con riferimento alle Ivg, in linea con quanto riportato dal ministero della Salute, si registra un considerevole ricorso alle Ivg da parte delle donne straniere, che – a differenza delle italiane – sono in prevalenza coniugate. Le donne straniere esibiscono anche tassi di abortività decisamente più elevati delle donne italiane. Nonostante questa differenza, l’analisi diacronica dei dati evidenzia una considerevole flessione del tasso di abortività delle donne straniere, che è passato dal 39,6‰ del 2005 al 24,8‰ del 2010. Se è vero dunque che, in valori assoluti, il numero di Ivg che ha coinvolto le donne straniere è aumentato nel corso degli anni – a fronte innanzitutto di un incremento della popolazione femminile straniera residente – è altrettanto vero che il tasso di abortività delle straniere ha mostrato un considerevole decremento nei sei anni presi in esame. Nel complesso, in termini di accesso ai servizi sanitari ostetrico-ginecologici, si può concludere che il divario fra italiane e straniere rimane significativo, soprattutto con riferimento ad alcune nazionalità. Tuttavia, l’analisi diacronica dei dati disponibili fa supporre che nei prossimi anni si potrà registrare un’ulteriore convergenza.

Parti e interruzioni di gravidanza delle donne straniere a Bologna

COLOMBO, ASHER DANIEL;MANTOVANI, DEBORA;VANELLI, VALERIO
2013

Abstract

Il contributo pone attenzione a due dimensioni afferenti alla condizione di salute della popolazione femminile straniera presente in provincia di Bologna: a) i parti (attraverso l’analisi dei certificati di assistenza al parto – Cedap); b) le interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg). Rispetto ai parti, è ormai noto che le donne straniere presentano tassi di fecondità più alti delle italiane, e che l’età al parto delle madri straniere è inferiore a quella delle madri italiane. L'analisi diacronica dei dati relativi ai parti registrati nella provincia di Bologna dal 2003 al 2010 mostra come l’incidenza dei parti delle donne straniere sia notevolmente cresciuto. Inoltre, i dati evidenziano che le gestanti straniere ricorrono alle visite mediche del ginecologo meno frequentemente e a gravidanza più inoltrata rispetto alle italiane, e quando lo fanno si rivolgono prevalentemente a coloro che prestano servizio presso le strutture sanitarie pubbliche anziché private. Con riferimento alle Ivg, in linea con quanto riportato dal ministero della Salute, si registra un considerevole ricorso alle Ivg da parte delle donne straniere, che – a differenza delle italiane – sono in prevalenza coniugate. Le donne straniere esibiscono anche tassi di abortività decisamente più elevati delle donne italiane. Nonostante questa differenza, l’analisi diacronica dei dati evidenzia una considerevole flessione del tasso di abortività delle donne straniere, che è passato dal 39,6‰ del 2005 al 24,8‰ del 2010. Se è vero dunque che, in valori assoluti, il numero di Ivg che ha coinvolto le donne straniere è aumentato nel corso degli anni – a fronte innanzitutto di un incremento della popolazione femminile straniera residente – è altrettanto vero che il tasso di abortività delle straniere ha mostrato un considerevole decremento nei sei anni presi in esame. Nel complesso, in termini di accesso ai servizi sanitari ostetrico-ginecologici, si può concludere che il divario fra italiane e straniere rimane significativo, soprattutto con riferimento ad alcune nazionalità. Tuttavia, l’analisi diacronica dei dati disponibili fa supporre che nei prossimi anni si potrà registrare un’ulteriore convergenza.
2013
A. Colombo; D. Mantovani; V. Vanelli
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