INTRODUZIONE Il passaggio di cellule trofoblastiche nella circolazione materna in differenti epoche di gravidanza è stato ampiamente dimostrato come riassunto da Ouedejans nel 2003 (1). Più recentemente è stato dimostrato che anche il DNA fetale libero circola nel sangue materno (2) e che durante la gravidanza esiste uno scambio feto-materno tanto di cellule che di acidi nucleici (3). È stato inoltre visto come tale scambio risulti alterato in alcune complicanze della gravidanza come la preeclampsia, il polidramnios, il parto pretermine e le aneuploidie fetali (4-7). La quantificazione del passaggio delle cellule trofoblastiche nel circolo materno può essere ottenuta in svariati modi. Tra i metodi più utilizzati attualmente c’è la quantificazione dell’RNA messaggero di geni trofoblasto-specifici. Diversi fattori possono però influenzare la concentrazione finale dell’mRNA presente nel sangue materno, primi di tutti l’entità di espressione del gene esaminato e il numero di cellule trofoblastiche presenti per unità di sangue. Per ridurre al minimo i possibili effetti di queste variabili, sarebbe opportuno ottenere un campione di gestanti quanto più omogeneo possibile per età gestazionale e storia della gravidanza. Il fisiologico passaggio degli acidi nucleici nel sangue materno, in prossimità del travaglio, non è stato ancora adeguatamente descritto, sebbene due studi si siano occupati di descrivere il passaggio del DNA fetale (5) e degli eritroblasti fetali (8) in parti pretermine, dimostrando che solo il DNA fetale libero è aumentato rispetto ai livelli attesi. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare se, nel momento della prima somministrazione di gel per l’induzione del travaglio di parto, lo scambio feto-materno di cellule trofoblastiche è più alto in quelle gravidanze destinate ad arrivare più rapidamente al parto. Per la quantificazione di tale passaggio è stato usato l’mRNA del PLAC1, un gene trofoblasto specifico espresso durante tutta la gravidanza, valutato in una popolazione di gestanti omogenea, a termine e non in travaglio (9,10). MATERIALS AND METHODS il gruppo di gestanti in esame era costituito da 49 donne a termine (età gestazionale compresa tra le 40.2 e le 41.4 settimane) a basso rischio di complicanze materno-fetali, sottoposte a induzione del travaglio di parto mediante somministrazione di gel vaginale a base di prostaglandine presso l’ospedale S.Orsola-Malpighi di Bologna. Il protocollo di induzione utilizzato prevedeva la somministrazione di gel intracervicale da 0,5 mg in donne con un Bishop score < 4 (fino ad un massimo di due dosi a distanza di 6 ore l’una dall’altra) e di gel vaginale da 1 mg se il Bishop score era compreso tra 4 e 7 (fino ad un massimo di due dosi a distanza di 6 ore l’una dall’altra). I campioni di sangue sono stati prelevati entro un ora dall’inizio dell’induzione. La Tabella 1 mostra le caratteristiche demografiche della popolazione esaminata. L’RNA totale è stato estratto tramite l’ABI Prism 6100 nucleic acid Prep Station e la relativa real-time PCR quantitativa è stata eseguita col 5700 Sequence Detection System della PE Applied Biosystems. Le sequenze dei loci sono state ricavate dal Genebank Sequence Database. Dettagli sul metodo di amplificazione sono stati descritti in precedenza (11) L’analisi descrittiva è stata espressa in mediana (min-max) o percentuale . La percentuale di parto nella popolazione di studio stratificata per la variabile di interesse e per tutto il periodo di osservazione (espresso in ore) è stata valutata col con l’algoritmo di Kaplan-Meier . Eventuali Home Indice Comunicazioni Indice Autori Comunicazioni Ricerca nelle Comunicazioni differenze nelle curve sono state valutate tramite il Log Rank test e si è definito il tempo zero quello dell’ingresso nello studio. I pazienti sono stati inclusi nel totale a rischio di parto solo fino al loro ultimo follow-up. L’evento di studio è stato il parto spontaneo mentre il taglio cesareo (sia per ...

IN GRAVIDANZE A TERMINE SOTTOPOSTE A INDUZIONE I LIVELLI DELL’mRNA DEL PLAC1 NEL SANGUE MATERNO SONO CORRELATI CON L’INTERVALLO DI TEMPO CHE INTERCORRE TRA LA PRIMA SOMMINISTRAZIONE DI GEL A BASE DI DINOPROSTONE E IL PARTO

PILU, GIANLUIGI;FARINA, ANTONIO;RIZZO, NICOLA
2005

Abstract

INTRODUZIONE Il passaggio di cellule trofoblastiche nella circolazione materna in differenti epoche di gravidanza è stato ampiamente dimostrato come riassunto da Ouedejans nel 2003 (1). Più recentemente è stato dimostrato che anche il DNA fetale libero circola nel sangue materno (2) e che durante la gravidanza esiste uno scambio feto-materno tanto di cellule che di acidi nucleici (3). È stato inoltre visto come tale scambio risulti alterato in alcune complicanze della gravidanza come la preeclampsia, il polidramnios, il parto pretermine e le aneuploidie fetali (4-7). La quantificazione del passaggio delle cellule trofoblastiche nel circolo materno può essere ottenuta in svariati modi. Tra i metodi più utilizzati attualmente c’è la quantificazione dell’RNA messaggero di geni trofoblasto-specifici. Diversi fattori possono però influenzare la concentrazione finale dell’mRNA presente nel sangue materno, primi di tutti l’entità di espressione del gene esaminato e il numero di cellule trofoblastiche presenti per unità di sangue. Per ridurre al minimo i possibili effetti di queste variabili, sarebbe opportuno ottenere un campione di gestanti quanto più omogeneo possibile per età gestazionale e storia della gravidanza. Il fisiologico passaggio degli acidi nucleici nel sangue materno, in prossimità del travaglio, non è stato ancora adeguatamente descritto, sebbene due studi si siano occupati di descrivere il passaggio del DNA fetale (5) e degli eritroblasti fetali (8) in parti pretermine, dimostrando che solo il DNA fetale libero è aumentato rispetto ai livelli attesi. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare se, nel momento della prima somministrazione di gel per l’induzione del travaglio di parto, lo scambio feto-materno di cellule trofoblastiche è più alto in quelle gravidanze destinate ad arrivare più rapidamente al parto. Per la quantificazione di tale passaggio è stato usato l’mRNA del PLAC1, un gene trofoblasto specifico espresso durante tutta la gravidanza, valutato in una popolazione di gestanti omogenea, a termine e non in travaglio (9,10). MATERIALS AND METHODS il gruppo di gestanti in esame era costituito da 49 donne a termine (età gestazionale compresa tra le 40.2 e le 41.4 settimane) a basso rischio di complicanze materno-fetali, sottoposte a induzione del travaglio di parto mediante somministrazione di gel vaginale a base di prostaglandine presso l’ospedale S.Orsola-Malpighi di Bologna. Il protocollo di induzione utilizzato prevedeva la somministrazione di gel intracervicale da 0,5 mg in donne con un Bishop score < 4 (fino ad un massimo di due dosi a distanza di 6 ore l’una dall’altra) e di gel vaginale da 1 mg se il Bishop score era compreso tra 4 e 7 (fino ad un massimo di due dosi a distanza di 6 ore l’una dall’altra). I campioni di sangue sono stati prelevati entro un ora dall’inizio dell’induzione. La Tabella 1 mostra le caratteristiche demografiche della popolazione esaminata. L’RNA totale è stato estratto tramite l’ABI Prism 6100 nucleic acid Prep Station e la relativa real-time PCR quantitativa è stata eseguita col 5700 Sequence Detection System della PE Applied Biosystems. Le sequenze dei loci sono state ricavate dal Genebank Sequence Database. Dettagli sul metodo di amplificazione sono stati descritti in precedenza (11) L’analisi descrittiva è stata espressa in mediana (min-max) o percentuale . La percentuale di parto nella popolazione di studio stratificata per la variabile di interesse e per tutto il periodo di osservazione (espresso in ore) è stata valutata col con l’algoritmo di Kaplan-Meier . Eventuali Home Indice Comunicazioni Indice Autori Comunicazioni Ricerca nelle Comunicazioni differenze nelle curve sono state valutate tramite il Log Rank test e si è definito il tempo zero quello dell’ingresso nello studio. I pazienti sono stati inclusi nel totale a rischio di parto solo fino al loro ultimo follow-up. L’evento di studio è stato il parto spontaneo mentre il taglio cesareo (sia per ...
2005
ATTI della Società Italiana di Gineologia e Ostetricia
S. Vagnoni; S. Gabrielli; M. Piva; G. Pilu; P. Calderoni ; D. Morano; A. Farina; N. Rizzo
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