La grammatica del ‘récit de rêve’

Sognare e raccontare il sogno costituiscono da sempre esperienze universali e ricorrenti, che la letteratura ha prontamente ripreso e rappresentato, con una gamma di manifestazioni e di valenze che variano nello spazio e nel tempo, intrecciando fitti legami con aspetti culturali, antropologici, medici e scientifici. Se la presenza di questi ultimi ha fatto sì che si desse spesso risalto al momento onirico come specchio di un’epoca o di una poetica e quindi come espressione in primo luogo di un contenuto, ciò non toglie che la veste stessa che lo veicola nella sua formulazione verbale meriti particolare attenzione. Il racconto di sogno, infatti, può dirsi contraddistinto da una narratività propria, da una specificità narratologica che, piegata a fini diversi a seconda dell’opera, dell’autore e del periodo, tende comunque ad erodere la testualità più canonica, lasciando intravedere punti di flessione a livello di coesione e coerenza.