Una pittura murale trecentesca raffigurante la Pietà si trova nascosta in una cavità immediatamente a destra dell’urna con le ossa del beato Simone da Todi nella cappella di sant’Alessio in San Giacomo Maggiore a Bologna. Il dipinto è già citato nel 1934 all’interno del «Bollettino Storico Agostiniano» come opera del XIII secolo. Il contributo intende presentare la scoperta che il dipinto è in realtà parte di una sepoltura ad arcosolio, la quale viene dunque a essere la prima sepoltura trecentesca emersa all’interno dell’edificio, mentre note da tempo sono le arche che si disponevano lungo il fianco settentrionale e la facciata della chiesa. In seguito ad un sopralluogo, ho potuto verificare come il dipinto decori la parete di fondo di un’arca, di cui sono anche visibili il sottarco ornato da un cielo stellato e la parete destra, dove si osserva una figura di profilo di epoca posteriore. L’articolo affronta l’opera nei suoi diversi aspetti: iconografico, stilistico e storico. Pertanto, è precisata l’appartenenza del dipinto alla tradizione iconografica tardo medievale di origine nordica della Pietà o Vesperbild, con particolare riferimento al contesto bolognese, dove questo soggetto ritorna con una frequenza notevole per l’ambiente italiano. Viene la cultura figurativa del pittore anonimo autore del dipinto e proposta una datazione entro il secondo quarto del XIV secolo, prendendo in considerazione confronti con il linguaggio patetico ed espressivo rappresentato a Bologna dal Maestro del 1333 e dal Maestro dei polittici. Si evidenzia quindi la connessione fra le testimonianze esistenti di questo linguaggio e la produzione delle immagini «pro remedio animae» previste dai legati testamentari, come appunto sembra essere anche la nostra pittura. Infine, s’ipotizzano le circostanze dell’origine del dipinto e dell’arca cui appartiene, tenendo presente che in corrispondenza dell’attuale cappella di sant’Alessio fu eretto un altare dedicato a santa Marta per volontà testamentaria di Fino Beccaro nel 1327 e che il sepolcro del beato Simone da Todi, morto nel 1322, è ricordato in quest’area della chiesa dal 1567.

Una nuova presenza trecentesca in San Giacomo Maggiore

2012

Abstract

Una pittura murale trecentesca raffigurante la Pietà si trova nascosta in una cavità immediatamente a destra dell’urna con le ossa del beato Simone da Todi nella cappella di sant’Alessio in San Giacomo Maggiore a Bologna. Il dipinto è già citato nel 1934 all’interno del «Bollettino Storico Agostiniano» come opera del XIII secolo. Il contributo intende presentare la scoperta che il dipinto è in realtà parte di una sepoltura ad arcosolio, la quale viene dunque a essere la prima sepoltura trecentesca emersa all’interno dell’edificio, mentre note da tempo sono le arche che si disponevano lungo il fianco settentrionale e la facciata della chiesa. In seguito ad un sopralluogo, ho potuto verificare come il dipinto decori la parete di fondo di un’arca, di cui sono anche visibili il sottarco ornato da un cielo stellato e la parete destra, dove si osserva una figura di profilo di epoca posteriore. L’articolo affronta l’opera nei suoi diversi aspetti: iconografico, stilistico e storico. Pertanto, è precisata l’appartenenza del dipinto alla tradizione iconografica tardo medievale di origine nordica della Pietà o Vesperbild, con particolare riferimento al contesto bolognese, dove questo soggetto ritorna con una frequenza notevole per l’ambiente italiano. Viene la cultura figurativa del pittore anonimo autore del dipinto e proposta una datazione entro il secondo quarto del XIV secolo, prendendo in considerazione confronti con il linguaggio patetico ed espressivo rappresentato a Bologna dal Maestro del 1333 e dal Maestro dei polittici. Si evidenzia quindi la connessione fra le testimonianze esistenti di questo linguaggio e la produzione delle immagini «pro remedio animae» previste dai legati testamentari, come appunto sembra essere anche la nostra pittura. Infine, s’ipotizzano le circostanze dell’origine del dipinto e dell’arca cui appartiene, tenendo presente che in corrispondenza dell’attuale cappella di sant’Alessio fu eretto un altare dedicato a santa Marta per volontà testamentaria di Fino Beccaro nel 1327 e che il sepolcro del beato Simone da Todi, morto nel 1322, è ricordato in quest’area della chiesa dal 1567.
2012
G. del Monaco
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/126542
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