Ricostruire in laboratorio, ossia ex situ, ghiandole endocrine bioartificiali è una prospettiva innovativa della ricerca traslazionale applicata alla medicina rigenerativa dei disturbi endocrino-metabolici. Utilizzando cellule staminali o primarie è possibile ingegnerizzare organoidi funzionali mediante ricellularizzazione sia di matrici tridimensionali (3D) acellulari allogeniche o xenogeniche, derivate da una ghiandola endocrina come quella che si vuole riprodurre, sia supporti reticolari 3D biocompatibili amorfi o che mimano la morfologia originaria delle ghiandola, cioè organomorfi. Con questo metodo sono stati ricostruiti in modelli animali insule pancreatiche, follicoli ovarici e tiroidei, tubuli seminiferi del testicolo e parte della corteccia surrenale. Utilizzando cellule umane è stato riprodotto un abbozzo di ovaio e microaggregati di paratiroide. Le ghiandole endocrine bioartificiali promet- tono di fornire un’alternativa alla terapia sostitutiva con ormoni di sintesi, che richiede compliance da parte del paziente, integrandosi nei circuiti naturali di feed-back. Inoltre, quando generate con cellule autologhe e sup- porti organomorfi individualizzati, è plausibile riproducano una condizione secretiva simile a quella originale del soggetto donatore (terapia personaliz- zata). Infine, il loro uso potrebbe ridurre i costi sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale per le terapie croniche, superando i limiti etici e farma- cologici connessi al trapianto cellulare/tissutale da cadavere e donatore viven- te allogenico o xenogenico e promuovendo il mercato della salute attraverso lo sviluppo delle biotecnologie mediche, analogamente a quanto accadde, oltre un trentennio addietro, per quello delle tecnologie informatiche, con l’avvento dei semiconduttori e dei calcolatori elettronici.

Gli organi endocrini bioartificiali: prospettive della ricerca traslazionale applicata alla medicina rigenerativa in endocrinologia

STRUSI, VALENTINA;SPALETTA, GIULIA;TONI, ROBERTO
2012

Abstract

Ricostruire in laboratorio, ossia ex situ, ghiandole endocrine bioartificiali è una prospettiva innovativa della ricerca traslazionale applicata alla medicina rigenerativa dei disturbi endocrino-metabolici. Utilizzando cellule staminali o primarie è possibile ingegnerizzare organoidi funzionali mediante ricellularizzazione sia di matrici tridimensionali (3D) acellulari allogeniche o xenogeniche, derivate da una ghiandola endocrina come quella che si vuole riprodurre, sia supporti reticolari 3D biocompatibili amorfi o che mimano la morfologia originaria delle ghiandola, cioè organomorfi. Con questo metodo sono stati ricostruiti in modelli animali insule pancreatiche, follicoli ovarici e tiroidei, tubuli seminiferi del testicolo e parte della corteccia surrenale. Utilizzando cellule umane è stato riprodotto un abbozzo di ovaio e microaggregati di paratiroide. Le ghiandole endocrine bioartificiali promet- tono di fornire un’alternativa alla terapia sostitutiva con ormoni di sintesi, che richiede compliance da parte del paziente, integrandosi nei circuiti naturali di feed-back. Inoltre, quando generate con cellule autologhe e sup- porti organomorfi individualizzati, è plausibile riproducano una condizione secretiva simile a quella originale del soggetto donatore (terapia personaliz- zata). Infine, il loro uso potrebbe ridurre i costi sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale per le terapie croniche, superando i limiti etici e farma- cologici connessi al trapianto cellulare/tissutale da cadavere e donatore viven- te allogenico o xenogenico e promuovendo il mercato della salute attraverso lo sviluppo delle biotecnologie mediche, analogamente a quanto accadde, oltre un trentennio addietro, per quello delle tecnologie informatiche, con l’avvento dei semiconduttori e dei calcolatori elettronici.
2012
V. Strusi; S. Mastrogiacomo; N. Zini; D. Dallatana; G. Spaletta; E. Bassoli; A. Gatto; A. Zamparelli; G. Lippi; M. Iafisco; M. Sandri; A. Tampieri; R. Toni
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