In questo breve contributo, dopo aver illustrato alcune problematiche generali che si riferiscono alle indagini scientifiche applicate ai Beni Culturali (manufatti storicoartistici ed architetture), verranno illustrati vari esempi concreti di diagnostica non distruttiva. In primo luogo, occorre notare che l'universo delle indagini scientifiche applicate al campo dei Beni Culturali è in continua espansione, per cui ogni tentativo di introdurre delle classificazioni risulta inevitabilmente limitativo. Tuttavia, è utile fare alcune precisazioni iniziali, la prima delle quali riguarda proprio la terminologia da utilizzare; infatti, in alcuni autori si incontrano le dizioni tecniche diagnostiche e tecniche analitiche usate con lo stesso significato, mentre per altri autori si riferiscono a differenti gruppi di analisi scientifiche. Inoltre, spesso si utilizzano i termini tecnica e metodo come sinonimi, fatto questo che può ingenerare poca chiarezza, così come per gli attributi non distruttivo e non invasivo e per altre definizioni ancora. In generale, una classificazione razionale potrebbe essere quella di definire tecnica analitica una qualsiasi tecnica fondata su una metodologia rigorosa che, mediante l'utilizzo di determinati strumenti, permette di ottenere dati controllabili scientificamente; le tecniche diagnostiche, quindi, diventano uno specifico sottoinsieme di quelle analitiche. Inoltre, sarebbe opportuno precisare che con il termine metodo si deve intendere a rigore l'applicazione di una determinata tecnica a uno specifico oggetto, anche se spesso si definisce una tecnica pensando già al metodo, per cui le espressioni tendono a sovrapporsi; in aggiunta, altre locuzioni vengono usate di frequente nell’ambito dello studio di strutture, come il termine prova (o controllo o indagine), usualmente con il significato di un procedimento, cioè in sostanza di un metodo, per esaminare un fenomeno o misurare una proprietà.

Sviluppi delle tecniche analitiche e diagnostiche per la conservazione

N. Santopuoli;L. Seccia
2008

Abstract

In questo breve contributo, dopo aver illustrato alcune problematiche generali che si riferiscono alle indagini scientifiche applicate ai Beni Culturali (manufatti storicoartistici ed architetture), verranno illustrati vari esempi concreti di diagnostica non distruttiva. In primo luogo, occorre notare che l'universo delle indagini scientifiche applicate al campo dei Beni Culturali è in continua espansione, per cui ogni tentativo di introdurre delle classificazioni risulta inevitabilmente limitativo. Tuttavia, è utile fare alcune precisazioni iniziali, la prima delle quali riguarda proprio la terminologia da utilizzare; infatti, in alcuni autori si incontrano le dizioni tecniche diagnostiche e tecniche analitiche usate con lo stesso significato, mentre per altri autori si riferiscono a differenti gruppi di analisi scientifiche. Inoltre, spesso si utilizzano i termini tecnica e metodo come sinonimi, fatto questo che può ingenerare poca chiarezza, così come per gli attributi non distruttivo e non invasivo e per altre definizioni ancora. In generale, una classificazione razionale potrebbe essere quella di definire tecnica analitica una qualsiasi tecnica fondata su una metodologia rigorosa che, mediante l'utilizzo di determinati strumenti, permette di ottenere dati controllabili scientificamente; le tecniche diagnostiche, quindi, diventano uno specifico sottoinsieme di quelle analitiche. Inoltre, sarebbe opportuno precisare che con il termine metodo si deve intendere a rigore l'applicazione di una determinata tecnica a uno specifico oggetto, anche se spesso si definisce una tecnica pensando già al metodo, per cui le espressioni tendono a sovrapporsi; in aggiunta, altre locuzioni vengono usate di frequente nell’ambito dello studio di strutture, come il termine prova (o controllo o indagine), usualmente con il significato di un procedimento, cioè in sostanza di un metodo, per esaminare un fenomeno o misurare una proprietà.
2008
TRATTATO DI RESTAURO ARCHITETTONICO SECONDO AGGIORNAMENTO
165
191
N. Santopuoli; L. Seccia
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