Nella realtà europea e italiana il branzino (Dicentrarchus labrax) è una delle specie marine con più elevato interesse per l’acquacoltura. Il branzino ed in particolare gli stadi giovanili di questa specie sono molto sensibili a vari agenti di malattie infettive che possono causare perdite economiche nell’intero ciclo di produzione. In particolare, attualmente, riveste una notevole importanza l’Encefalo-Retinopatia Virale (ERV) causata da virus del genere Betanodavirus, responsabile di sintomatologia nervosa e mortalità. La gestione della Nodavirosi rappresenta una criticità nell’allevamento del branzino in quanto, per questa come per altre patologie, non esistono al momento presidi sanitari utilizzabili. Scopo del presente lavoro è quello di descrivere la correlazione fra episodi di Nodavirosi nello stesso allevamento osservati in anni successivi al fine di comprenderne meglio l’epidemiologia e di individuare eventuali strategie di controllo, alternative a soluzioni di management aziendale, basate su trattamenti disinfettanti in vasca che possano contenere i danni durante i focolai. L’allevamento sottoposto ad osservazione riportava problematiche correlate a focolai di Encefalo-Retinopatia Virale con elevata mortalità (stimata attorno al 60%): in particolare nel 2007 è stato osservato un focolaio in avannotti di circa 10 g con una densità alla semina in vasca di 40 soggetti/m3. Nel 2008 a seguito della comparsa della sintomatologia in soggetti di circa 20 g si è proceduto ad un veloce diradamento dimezzando la biomassa iniziale di 26 soggetti/m3: in questo episodio la mortalità complessiva è stata stimata attorno al 5%. A fine aprile 2011 un numero di 52.000 avanotti del peso medio di 12 g è stato seminato (vasca coperta in cemento 50x20x1.5) con una densità di 35 soggetti/m3. Un campione di questi soggetti è stato testato per Betanodavirus prima della semina in vasca dando esito negativo. All’inizio del mese di settembre (peso medio di circa 85 g) si è manifestata una sintomatologia (nuoto superficiale incoordinato, melanosi, iperemia dell’estremità buccale, cheratite) attribuibile ad infezione da Betanodavirus: alcuni di questi soggetti sono stati campionati e sottoposti a ricerca per Betanodavirus sia tramite metodo colturale che tramite ricerca diretta con RT-PCR risultando positivi ad entrambe le prove. Al fine di valutare l’efficacia di soluzioni alternative al diradamento, applicabili anche in allevamenti intensivi, si è proceduto a metà settembre ad un unico trattamento utilizzando Virkon®S, disinfettante a base di sale di bis(perossimonosolfato)bis(solfato) di pentapotassio conforme alla Direttiva 98/8/CE relativa all’immissione sul mercato di biocidi e classificato sicuro in presenza di animali ai sensi della Registrazione MINSAL n. 15973, al dosaggio di 10 mg/l per un bagno prolungato di circa 4 ore. Questo prodotto era stato precedentemente oggetto di sperimentazioni in vitro ed in vivo che ne avevano evidenziato una potente attività virucida specifica contro Betanodavirus e che avevano individuato nei soggetti un dosaggio innocuo di 10 mg/l. Tale trattamento non ha determinato problematiche ai soggetti in vasca, i pesci non hanno mostrato segni di sofferenza. Il trattamento non ha determinato la scomparsa della sintomatologia ma si è continuato a registrare una mortalità giornaliera di circa 5-10 soggetti fino all’inizio dell’inverno. Nel periodo considerato (dall’inizio di settembre fino alla fine dell’anno) è stato possibile stimare una mortalità complessiva attorno al 5.5%. Vista la sovrapponibilità della maggior parte delle condizioni ambientali riscontrate nei focolai osservati nei vari anni e la similarità genetica dei ceppi virali coinvolti, sembra che la gestione del focolaio possa essere considerata il principale fattore responsabile della riduzione della mortalità osservata nel corso dei focolai del 2008 (riduzione della densità) e del 2011 (trattamento in acqua con un prodotto biocida) a dif...

Esperienza gestionale di episodi di Encefalo-Retinopatia Virale in branzini (Dicentrarchus Labrax) allevati in vasche a terra.

FAGIOLI, PAOLO;VOLPE, ENRICO;CIULLI, SARA
2012

Abstract

Nella realtà europea e italiana il branzino (Dicentrarchus labrax) è una delle specie marine con più elevato interesse per l’acquacoltura. Il branzino ed in particolare gli stadi giovanili di questa specie sono molto sensibili a vari agenti di malattie infettive che possono causare perdite economiche nell’intero ciclo di produzione. In particolare, attualmente, riveste una notevole importanza l’Encefalo-Retinopatia Virale (ERV) causata da virus del genere Betanodavirus, responsabile di sintomatologia nervosa e mortalità. La gestione della Nodavirosi rappresenta una criticità nell’allevamento del branzino in quanto, per questa come per altre patologie, non esistono al momento presidi sanitari utilizzabili. Scopo del presente lavoro è quello di descrivere la correlazione fra episodi di Nodavirosi nello stesso allevamento osservati in anni successivi al fine di comprenderne meglio l’epidemiologia e di individuare eventuali strategie di controllo, alternative a soluzioni di management aziendale, basate su trattamenti disinfettanti in vasca che possano contenere i danni durante i focolai. L’allevamento sottoposto ad osservazione riportava problematiche correlate a focolai di Encefalo-Retinopatia Virale con elevata mortalità (stimata attorno al 60%): in particolare nel 2007 è stato osservato un focolaio in avannotti di circa 10 g con una densità alla semina in vasca di 40 soggetti/m3. Nel 2008 a seguito della comparsa della sintomatologia in soggetti di circa 20 g si è proceduto ad un veloce diradamento dimezzando la biomassa iniziale di 26 soggetti/m3: in questo episodio la mortalità complessiva è stata stimata attorno al 5%. A fine aprile 2011 un numero di 52.000 avanotti del peso medio di 12 g è stato seminato (vasca coperta in cemento 50x20x1.5) con una densità di 35 soggetti/m3. Un campione di questi soggetti è stato testato per Betanodavirus prima della semina in vasca dando esito negativo. All’inizio del mese di settembre (peso medio di circa 85 g) si è manifestata una sintomatologia (nuoto superficiale incoordinato, melanosi, iperemia dell’estremità buccale, cheratite) attribuibile ad infezione da Betanodavirus: alcuni di questi soggetti sono stati campionati e sottoposti a ricerca per Betanodavirus sia tramite metodo colturale che tramite ricerca diretta con RT-PCR risultando positivi ad entrambe le prove. Al fine di valutare l’efficacia di soluzioni alternative al diradamento, applicabili anche in allevamenti intensivi, si è proceduto a metà settembre ad un unico trattamento utilizzando Virkon®S, disinfettante a base di sale di bis(perossimonosolfato)bis(solfato) di pentapotassio conforme alla Direttiva 98/8/CE relativa all’immissione sul mercato di biocidi e classificato sicuro in presenza di animali ai sensi della Registrazione MINSAL n. 15973, al dosaggio di 10 mg/l per un bagno prolungato di circa 4 ore. Questo prodotto era stato precedentemente oggetto di sperimentazioni in vitro ed in vivo che ne avevano evidenziato una potente attività virucida specifica contro Betanodavirus e che avevano individuato nei soggetti un dosaggio innocuo di 10 mg/l. Tale trattamento non ha determinato problematiche ai soggetti in vasca, i pesci non hanno mostrato segni di sofferenza. Il trattamento non ha determinato la scomparsa della sintomatologia ma si è continuato a registrare una mortalità giornaliera di circa 5-10 soggetti fino all’inizio dell’inverno. Nel periodo considerato (dall’inizio di settembre fino alla fine dell’anno) è stato possibile stimare una mortalità complessiva attorno al 5.5%. Vista la sovrapponibilità della maggior parte delle condizioni ambientali riscontrate nei focolai osservati nei vari anni e la similarità genetica dei ceppi virali coinvolti, sembra che la gestione del focolaio possa essere considerata il principale fattore responsabile della riduzione della mortalità osservata nel corso dei focolai del 2008 (riduzione della densità) e del 2011 (trattamento in acqua con un prodotto biocida) a dif...
2012
Atti del XVIII Convegno Nazionale SIPI 9-11 maggio 2012 Udine
35
35
Fagioli P.; Volpe E.; Ciulli S.
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