Anche in Italia, la recente riforma che prende il nome dal Ministro Brunetta, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni (D.L.vo n.150/2009), ha rafforzato l’impianto normativo avviato dagli anni ’90, affermando la responsabilità delle pubbliche amministrazioni sull’interno ciclo di gestione della performance (misurazione, valutazione e rendicontazione) e con essa “la valorizzazione del merito e l'erogazione dei premi per i risultati perseguiti dai singoli e dalle unità organizzative in un quadro di pari opportunità di diritti e doveri, trasparenza dei risultati e delle risorse impiegate per il loro perseguimento”. A dispetto della relativa chiarezza e apparente familiarità, quantomeno per coloro attrezzati dalle conoscenze che derivano da oltre mezzo secolo di esperienza di “management by objective” (Drucker, 1956), soprattutto con riguardo alla scuola la recente riforma apre una serie di questioni: - Che cosa dobbiamo intendere per performance della scuola? - Quali metodologie e strumenti abbiamo a disposizione per misurarla, se effettivamente possiamo misurala? - Chi contribuisce a produrre la performance: gli studenti, le famiglie, i singoli docenti, i gruppi, la scuola, il sistema, oppure tutti questi elementi insieme e contestualmente? E come conseguenza, chi ne porta le responsabilità? - Possiamo fare riferimento a “standard definiti a livello nazionale e internazionale”? E se si che cosa ci può dire e che cosa potrebbe nascondere, la conformità a tali standard? - In presenza di tutte queste incertezze, è opportuno legare al raggiungimento della performance incentivi ad alto contenuto opportunistico, come sono quelli finanziari e materiali, a titolo di premio/punizione per dirigenti e docenti? - Se le scuole devono rendicontare la performance ad un’amplia platea di portatori di interessi, esiste un modello comune di riferimento per rispondere alle diverse attese e per rendere possibile la comparabilità delle scuole al fine della formulazione dei giudizi?

Il dirigente scolastico costruttore di valore sociale

PALETTA, ANGELO
2010

Abstract

Anche in Italia, la recente riforma che prende il nome dal Ministro Brunetta, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni (D.L.vo n.150/2009), ha rafforzato l’impianto normativo avviato dagli anni ’90, affermando la responsabilità delle pubbliche amministrazioni sull’interno ciclo di gestione della performance (misurazione, valutazione e rendicontazione) e con essa “la valorizzazione del merito e l'erogazione dei premi per i risultati perseguiti dai singoli e dalle unità organizzative in un quadro di pari opportunità di diritti e doveri, trasparenza dei risultati e delle risorse impiegate per il loro perseguimento”. A dispetto della relativa chiarezza e apparente familiarità, quantomeno per coloro attrezzati dalle conoscenze che derivano da oltre mezzo secolo di esperienza di “management by objective” (Drucker, 1956), soprattutto con riguardo alla scuola la recente riforma apre una serie di questioni: - Che cosa dobbiamo intendere per performance della scuola? - Quali metodologie e strumenti abbiamo a disposizione per misurarla, se effettivamente possiamo misurala? - Chi contribuisce a produrre la performance: gli studenti, le famiglie, i singoli docenti, i gruppi, la scuola, il sistema, oppure tutti questi elementi insieme e contestualmente? E come conseguenza, chi ne porta le responsabilità? - Possiamo fare riferimento a “standard definiti a livello nazionale e internazionale”? E se si che cosa ci può dire e che cosa potrebbe nascondere, la conformità a tali standard? - In presenza di tutte queste incertezze, è opportuno legare al raggiungimento della performance incentivi ad alto contenuto opportunistico, come sono quelli finanziari e materiali, a titolo di premio/punizione per dirigenti e docenti? - Se le scuole devono rendicontare la performance ad un’amplia platea di portatori di interessi, esiste un modello comune di riferimento per rispondere alle diverse attese e per rendere possibile la comparabilità delle scuole al fine della formulazione dei giudizi?
2010
A. Paletta
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