Il contributo, inserito nel volume seguito al Colloque international tenutosi nel luglio 2009 al Centre d’Etudes Supérieures de la Renaissance di Tours, riguarda un ciclo di affreschi dedicato alla favola di Psiche staccato alla fine del XIX secolo e conservato oggi al Museo di Roma di palazzo Braschi. Realizzato nel 1611-13, si tratta di un insieme esemplare per molti aspetti. Venne realizzato in una delle logge costruite nel giardino voluto dal cardinale Scipione Borghese sul colle del Quirinale, di cui nel contributo si studia il significato alla luce delle fonti e della letteratura encomiastica coeva. Il pittore, autore verosimilmente anche del progetto architettonico della loggia, fu Ludovico Cardi, detto il Cigoli, artista colto, amico di Galileo, membro delle accademie letterarie fiorentine e dilettante di poesia, all’epoca una degli artisti più acclamati a Roma. Il saggio fa luce sul significato del giardino, che intendeva recuperare la tradizione degli horti dell’antica Roma, e ricostruisce (anche alla luce di documentazione ricavata dagli atti della commissione che stabilì la distruzione della loggia per fare posto al tracciato di via Nazionale) nella sua completezza il ciclo narrativo, ricomponibile con certezza anche sulla base delle descrizioni. Ne verifica poi le qualità artistiche e il rapporto con le fonti letterarie (in primis Apuleio, di cui Cigoli era lettore) e visive, in particolare la serie di incisioni del cosiddetto Maestro del Dado. L’analisi del dispositivo narrativo in immagine, semplice e di rara efficacia, porta poi a considerare, anche attraverso una suggestione ricavata dalla biografia scritta dal nipote di Cigoli a qualche decennio di distanza, le immagini affrescate a margine delle scene principali, che sono decorative ma che rivelano una portata allegorica e allusiva notevole. Esse entrano infatti in relazione con la vicenda di Psiche, mettendo in evidenza la portata della sua metamorfosi attraverso la presenza delle figure delle virtù cardinali e di immagini di animali che, attraverso il confronto con immagini e testi precedenti, si rivelano tutt’altro che casuali e anzi legate a un’intertestualità colta e sofisticata, che intreccia il romanzo di Apuleio nella sua interezza e la Commedia dantesca.

Favola e allegoria negli affreschi del Cigoli per Scipione Borghese (1611-1613)

CAVICCHIOLI, SONIA
2012

Abstract

Il contributo, inserito nel volume seguito al Colloque international tenutosi nel luglio 2009 al Centre d’Etudes Supérieures de la Renaissance di Tours, riguarda un ciclo di affreschi dedicato alla favola di Psiche staccato alla fine del XIX secolo e conservato oggi al Museo di Roma di palazzo Braschi. Realizzato nel 1611-13, si tratta di un insieme esemplare per molti aspetti. Venne realizzato in una delle logge costruite nel giardino voluto dal cardinale Scipione Borghese sul colle del Quirinale, di cui nel contributo si studia il significato alla luce delle fonti e della letteratura encomiastica coeva. Il pittore, autore verosimilmente anche del progetto architettonico della loggia, fu Ludovico Cardi, detto il Cigoli, artista colto, amico di Galileo, membro delle accademie letterarie fiorentine e dilettante di poesia, all’epoca una degli artisti più acclamati a Roma. Il saggio fa luce sul significato del giardino, che intendeva recuperare la tradizione degli horti dell’antica Roma, e ricostruisce (anche alla luce di documentazione ricavata dagli atti della commissione che stabilì la distruzione della loggia per fare posto al tracciato di via Nazionale) nella sua completezza il ciclo narrativo, ricomponibile con certezza anche sulla base delle descrizioni. Ne verifica poi le qualità artistiche e il rapporto con le fonti letterarie (in primis Apuleio, di cui Cigoli era lettore) e visive, in particolare la serie di incisioni del cosiddetto Maestro del Dado. L’analisi del dispositivo narrativo in immagine, semplice e di rara efficacia, porta poi a considerare, anche attraverso una suggestione ricavata dalla biografia scritta dal nipote di Cigoli a qualche decennio di distanza, le immagini affrescate a margine delle scene principali, che sono decorative ma che rivelano una portata allegorica e allusiva notevole. Esse entrano infatti in relazione con la vicenda di Psiche, mettendo in evidenza la portata della sua metamorfosi attraverso la presenza delle figure delle virtù cardinali e di immagini di animali che, attraverso il confronto con immagini e testi precedenti, si rivelano tutt’altro che casuali e anzi legate a un’intertestualità colta e sofisticata, che intreccia il romanzo di Apuleio nella sua interezza e la Commedia dantesca.
2012
Psyché à la Renaissance. [Actes du 52e Colloque international d'études humanistes du Centre d'Études Supérieures de la Renaissance]
231
246
S. Cavicchioli
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