La riflessione sulle politiche del lavoro ha conosciuto un significativo sviluppo a partire dalla seconda metà degli anni ottanta, quando alla complessità, pervasività e persistenza del fenomeno della disoccupazione si è accompagnato il progressivo avvio di politiche regionali e locali e all’uso estensivo degli ammortizzatori sociali (politiche passive del lavoro) si sono accompagnati nuovi strumenti di creazione di lavoro e d’impresa. Le sperimentazioni condotte a livello regionale e locale sono state caratterizzate fino ad oggi dalla frammentazione delle competenze fra Stato e Regioni e dalla carenza di competenze dirette delle Amministrazioni locali. Si tratta inoltre di una situazione in forte evoluzione, a seguito delle recenti norme che hanno trasferito a livello regionale e locale le competenze in materia di collocamento, prevedendo la creazione di centri per l’impiego, al cui interno vengono integrate le funzioni di formazione e orientamento, oltre che di avviamento al lavoro e di creazione d’impresa. Esiste inoltre una notevole massa di “letteratura grigia” che merita di essere analizzata per trarne elementi conoscitivi e spunti di riflessione per la messa a punto di una metodologia che sia, oltre che scientificamente fondata, anche realmente applicabile in ambito regionale e locale. Gli aspetti innovativi della ricerca proposta risiedono nel fatto che questa, non prendendo le mosse da un’esigenza specifica di un committente, ha la possibilità di sviluppare una riflessione critica sia sulle politiche del lavoro attivate che sulle metodologie di valutazione utilizzate (o praticabili alla luce delle caratteristiche di tali politiche) e di provare a sviluppare di conseguenza una proposta metodologica di valenza generale. Ulteriori motivi che danno rilevanza allo studio proposto sono offerti dalle sperimentazioni condotte in Emilia Romagna, dove l'autorità regionale e le province hanno avviato significative iniziative per monitorare i mercati locali del lavoro. In primo luogo sono stati realizzati Osservatori del mercato del lavoro a livello provinciale e regionale, in secondo luogo sono stati definiti accordi con gli Uffici provinciali del lavoro per l'avvio di servizi sperimentali per l'impiego, a cominciare da quelli per l'orientamento e la formazione professionale. Uno specifico studio sull’esperienza dell’Emilia-Romagna sembra quindi essere di particolare interesse. Il presente lavoro riflette sia su questioni metodologiche della valutazione (Accountability o learning? Monitoraggio e/o valutazione? Quali aree problematiche, quali approcci e quali tecniche?), sia sulla gamma di esperienze e progetti portati avanti in regione, in particolare nelle province di Reggio Emilia e Ravenna, sia in specifico sulle iniziative implementate a favore dei lavoratori atipici, dei disabili, delle pari opportunità; per concludere con la proposta di benchmarking.
Valutazione e politiche attive del lavoro. Esperienze in Emilia Romagna,
ALTIERI, LEONARDO;
2005
Abstract
La riflessione sulle politiche del lavoro ha conosciuto un significativo sviluppo a partire dalla seconda metà degli anni ottanta, quando alla complessità, pervasività e persistenza del fenomeno della disoccupazione si è accompagnato il progressivo avvio di politiche regionali e locali e all’uso estensivo degli ammortizzatori sociali (politiche passive del lavoro) si sono accompagnati nuovi strumenti di creazione di lavoro e d’impresa. Le sperimentazioni condotte a livello regionale e locale sono state caratterizzate fino ad oggi dalla frammentazione delle competenze fra Stato e Regioni e dalla carenza di competenze dirette delle Amministrazioni locali. Si tratta inoltre di una situazione in forte evoluzione, a seguito delle recenti norme che hanno trasferito a livello regionale e locale le competenze in materia di collocamento, prevedendo la creazione di centri per l’impiego, al cui interno vengono integrate le funzioni di formazione e orientamento, oltre che di avviamento al lavoro e di creazione d’impresa. Esiste inoltre una notevole massa di “letteratura grigia” che merita di essere analizzata per trarne elementi conoscitivi e spunti di riflessione per la messa a punto di una metodologia che sia, oltre che scientificamente fondata, anche realmente applicabile in ambito regionale e locale. Gli aspetti innovativi della ricerca proposta risiedono nel fatto che questa, non prendendo le mosse da un’esigenza specifica di un committente, ha la possibilità di sviluppare una riflessione critica sia sulle politiche del lavoro attivate che sulle metodologie di valutazione utilizzate (o praticabili alla luce delle caratteristiche di tali politiche) e di provare a sviluppare di conseguenza una proposta metodologica di valenza generale. Ulteriori motivi che danno rilevanza allo studio proposto sono offerti dalle sperimentazioni condotte in Emilia Romagna, dove l'autorità regionale e le province hanno avviato significative iniziative per monitorare i mercati locali del lavoro. In primo luogo sono stati realizzati Osservatori del mercato del lavoro a livello provinciale e regionale, in secondo luogo sono stati definiti accordi con gli Uffici provinciali del lavoro per l'avvio di servizi sperimentali per l'impiego, a cominciare da quelli per l'orientamento e la formazione professionale. Uno specifico studio sull’esperienza dell’Emilia-Romagna sembra quindi essere di particolare interesse. Il presente lavoro riflette sia su questioni metodologiche della valutazione (Accountability o learning? Monitoraggio e/o valutazione? Quali aree problematiche, quali approcci e quali tecniche?), sia sulla gamma di esperienze e progetti portati avanti in regione, in particolare nelle province di Reggio Emilia e Ravenna, sia in specifico sulle iniziative implementate a favore dei lavoratori atipici, dei disabili, delle pari opportunità; per concludere con la proposta di benchmarking.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.