Il problema di un’Università pubblica che riesca a garantire ad ampie quote di popolazione la possibilità di ottenere un livello di istruzione terziaria, pur mantenendo standard qualitativi elevati, rappresenta oggi una sfida molto importante. La riforma universitaria attuata con la Legge 240/10, prima di arrivare all’approvazione lo scorso 30 Dicembre, ha riaperto un dibattito dai toni forti su una questione che non ha mai smesso in verità di essere al centro dell’attenzione nella politica culturale del nostro Paese e della Comunità europea. In questo ambito si inserisce questo lavoro, che ha approfondito in particolare un aspetto del problema: l’accesso libero o programmato all’Università e le tipologie di prove impiegate per la selezione o per l’orientamento dei candidati. Nella parte dedicata agli approfondimenti teorici, viene ricostruito il quadro dell’accesso all’istruzione terziaria nel contesto europeo e in quello italiano: di quest’ultimo vengono messi in evidenza luci e ombre ricavate dal confronto con i dati di indagini comparative internazionali e gli aspetti critici del sovraffollamento e della scarsa produttività del sistema universitario, che hanno indotto i decisori politici ad avallare l’introduzione del numero chiuso in alcuni corsi di laurea. Vengono inoltre esaminate la normativa che regolamenta l’accesso dei corsi di laurea nel sistema di istruzione superiore italiano e le procedure di selezione più diffuse in Italia e in Europa, accompagnate dalle critiche che sono state mosse nei riguardi dei test di selezione e dalle indagini empiriche che ne hanno esaminato i risultati e l’efficacia. Questi elementi fanno da premessa all’indagine empirica presentata in questo volume che si poggia su articolate ipotesi di lavoro ed è stata condotta con accuratezza metodologica. Sono state messe a punto prove di ingresso e questionari atti a misurare le competenze in entrata degli studenti iscritti al primo anno di alcuni corsi di laurea attivi nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna. Le prove hanno rilevato elementi non solo cognitivi, ma anche non cognitivi, quali motivazioni e aspettative. La metodologia utilizzata ha previsto analisi di tipo quantitativo e qualitativo: in particolare nel volume viene dedicato un approfondimento all’analisi quali-quantitativa condotta sulle risposte alle domande aperte prodotte dagli studenti, mettendo in luce l’importanza delle informazioni che da esse possono essere ricavate al fine di favorire e supportare gli studenti stessi. I risultati relativi alle prove e ai questionari, confrontati con gli esiti accademici al termine del primo anno di corso degli studenti, hanno messo in luce la buona predittività del pacchetto degli strumenti di rilevazione e la correlazione positiva tra le variabili non cognitive e gli esiti di carriera. Il presente lavoro costituisce un interessante ed originale contributo di ricerca, che apre nuovi scenari di approfondimento e sperimentazione di attività di valutazione iniziale formativa e di possibili interventi che possono servire da sostegno agli studenti nel loro percorso universitario nella direzione di un’istruzione superiore democratica e di qualità.

Prove di accesso all'Università. Un'indagine empirica sul rapporto tra prove di ingresso e profitto accademico nei corsi di laurea triennali della Facoltà di Scienze della Formazione di Bologna

TRUFFELLI, ELISA
2011

Abstract

Il problema di un’Università pubblica che riesca a garantire ad ampie quote di popolazione la possibilità di ottenere un livello di istruzione terziaria, pur mantenendo standard qualitativi elevati, rappresenta oggi una sfida molto importante. La riforma universitaria attuata con la Legge 240/10, prima di arrivare all’approvazione lo scorso 30 Dicembre, ha riaperto un dibattito dai toni forti su una questione che non ha mai smesso in verità di essere al centro dell’attenzione nella politica culturale del nostro Paese e della Comunità europea. In questo ambito si inserisce questo lavoro, che ha approfondito in particolare un aspetto del problema: l’accesso libero o programmato all’Università e le tipologie di prove impiegate per la selezione o per l’orientamento dei candidati. Nella parte dedicata agli approfondimenti teorici, viene ricostruito il quadro dell’accesso all’istruzione terziaria nel contesto europeo e in quello italiano: di quest’ultimo vengono messi in evidenza luci e ombre ricavate dal confronto con i dati di indagini comparative internazionali e gli aspetti critici del sovraffollamento e della scarsa produttività del sistema universitario, che hanno indotto i decisori politici ad avallare l’introduzione del numero chiuso in alcuni corsi di laurea. Vengono inoltre esaminate la normativa che regolamenta l’accesso dei corsi di laurea nel sistema di istruzione superiore italiano e le procedure di selezione più diffuse in Italia e in Europa, accompagnate dalle critiche che sono state mosse nei riguardi dei test di selezione e dalle indagini empiriche che ne hanno esaminato i risultati e l’efficacia. Questi elementi fanno da premessa all’indagine empirica presentata in questo volume che si poggia su articolate ipotesi di lavoro ed è stata condotta con accuratezza metodologica. Sono state messe a punto prove di ingresso e questionari atti a misurare le competenze in entrata degli studenti iscritti al primo anno di alcuni corsi di laurea attivi nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna. Le prove hanno rilevato elementi non solo cognitivi, ma anche non cognitivi, quali motivazioni e aspettative. La metodologia utilizzata ha previsto analisi di tipo quantitativo e qualitativo: in particolare nel volume viene dedicato un approfondimento all’analisi quali-quantitativa condotta sulle risposte alle domande aperte prodotte dagli studenti, mettendo in luce l’importanza delle informazioni che da esse possono essere ricavate al fine di favorire e supportare gli studenti stessi. I risultati relativi alle prove e ai questionari, confrontati con gli esiti accademici al termine del primo anno di corso degli studenti, hanno messo in luce la buona predittività del pacchetto degli strumenti di rilevazione e la correlazione positiva tra le variabili non cognitive e gli esiti di carriera. Il presente lavoro costituisce un interessante ed originale contributo di ricerca, che apre nuovi scenari di approfondimento e sperimentazione di attività di valutazione iniziale formativa e di possibili interventi che possono servire da sostegno agli studenti nel loro percorso universitario nella direzione di un’istruzione superiore democratica e di qualità.
2011
312
9788861347335
Truffelli E.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/113132
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