L'articolo costituisce un capitolo del secondo volume dell'Atlante della letteratura italiana uscito da Einaudi a cura di Sergio Luzzatto e Gabriele Pedullà. Dedicato all'enciclopedismo settecentesco, in esso si sono studiate le varie edizioni di opere enciclopediche settecentesche, in particolare della Cyclopaedia di Chambers e dell'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert, non meno che opere italiane che si configuravano come tali. I risultati, pesati anche con metodi quantitativi,sono stati apprezzabili. Nell'articolo si è cercato di comprendere e di valutare la natura di tale fenomeno confrontandolo con le analoghe esperienze europee. L’Italia delle enciclopedie, che pure aveva conosciuto all’inizio del secolo l’esperienza di universalismo erudito della Biblioteca di Coronelli, arriva tardi rispetto alla cultura settecentesca francese, inglese e presto anche tedesca, decisamente più all’avanguardia in opere e idee. Tardi, l'Italia vive comunque una stagione ricca di testi e di eventi, caratterizzata, tuttavia, da una natura del tutto particolare del fenomeno dell’enciclopedismo: un enciclopedismo della “scienza normale”: un enciclopedismo editoriale, fatto di traduzioni, di rifacimenti e di riedizioni dei grandi monumenti europei del tempo, Chambers, l’Encyclopédie e la Méthodique soprattutto, piuttosto che di iniziative nazionali e di grandi progetti originali e nuovi, ispirato spesso da interessi economici e da preoccupazioni divulgative piuttosto che da scelte intellettuali di cultura militante e di impegno filosofico, e interpretato prevalentemente da stampatori ed editori intelligenti, colti e accorti, piuttosto che da scienziati e letterati di nome. Segno di un’indubbia attenzione dell’Italia alla cultura europea, a cui si chiedono libri e idee nuove per un pubblico nuovo e più ampio, da cui si mediano stili di ricerca e modi di pensiero moderni per dei lettori curiosi e sensibili al progresso del sapere; segno dell’interesse alla contemporaneità da parte dell’editoria italiana, aperta all’esperienza europea della divulgazione; segno delle tendenze cosmopolite degli intellettuali stessi, cautamente aperti all’universalismo della ragione. Ma anche segno di una loro esitazione di studiosi di un Paese cattolico e in gran parte conservatore di fronte ai rischi e ai pericoli della forza potenzialmente sovversiva di un’enciclopedia. E tuttavia, malgrado queste considerazioni che attengono alle opere di natura strettamente ed esplicitamente enciclopedica, nell'articolo avanzo l'ipotesi che nel secolo filosofico delle enciclopedie l’enciclopedismo italiano, fenomeno complesso e spesso contraddittorio, non sia solo quello editoriale dei volumi e dei libri, circoscritto nella geografia d’Italia tra Venezia e la Toscana, ma che esso sia anche, e soprattutto, quell’enciclopedismo sperimentale visivo e tattile delle collezioni e delle gallerie che, diffuso in tutta la Penisola, ispira i compendi di natura e le sillogi metodiche delle scienze e delle arti che gli scienziati raccoglievano nei loro studioli e le accademie esibivano “a labirinto” nelle loro ampie gallerie, offrendole all’osservazione e all’intelligenza del visitatore. Che esso sia anche quell’enciclopedismo interdisciplinare degli atti e dei resoconti delle varie accademie, in cui la nuova scienza sperimentale di Newton e di Locke ritrovava l’eredità di Galileo per mettersi sotto il segno del progresso e la filosofia moderna chiedeva alla letteratura di dare voce poetica ai suoi ideali universalistici e ai suoi programmi didascalici. Che sia anche quell’enciclopedismo ‘d’autore’ che in Italia ispira opere grandiose di scienza e di letteratura concepite come interventi culturali di ampio respiro e con esplicite ambizioni di generalità. Che esso sia anche quello dei periodici d’informazione apertamente impegnati nella battaglia delle idee in un programma militante di enciclopedismo dinamico e dialettico: esperienze brevi ma di significato anche per il presente che...

Enciclopedie ed enciclopedismi in Italia nel Settecento

SPALLANZANI, MARIAFRANCA
2011

Abstract

L'articolo costituisce un capitolo del secondo volume dell'Atlante della letteratura italiana uscito da Einaudi a cura di Sergio Luzzatto e Gabriele Pedullà. Dedicato all'enciclopedismo settecentesco, in esso si sono studiate le varie edizioni di opere enciclopediche settecentesche, in particolare della Cyclopaedia di Chambers e dell'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert, non meno che opere italiane che si configuravano come tali. I risultati, pesati anche con metodi quantitativi,sono stati apprezzabili. Nell'articolo si è cercato di comprendere e di valutare la natura di tale fenomeno confrontandolo con le analoghe esperienze europee. L’Italia delle enciclopedie, che pure aveva conosciuto all’inizio del secolo l’esperienza di universalismo erudito della Biblioteca di Coronelli, arriva tardi rispetto alla cultura settecentesca francese, inglese e presto anche tedesca, decisamente più all’avanguardia in opere e idee. Tardi, l'Italia vive comunque una stagione ricca di testi e di eventi, caratterizzata, tuttavia, da una natura del tutto particolare del fenomeno dell’enciclopedismo: un enciclopedismo della “scienza normale”: un enciclopedismo editoriale, fatto di traduzioni, di rifacimenti e di riedizioni dei grandi monumenti europei del tempo, Chambers, l’Encyclopédie e la Méthodique soprattutto, piuttosto che di iniziative nazionali e di grandi progetti originali e nuovi, ispirato spesso da interessi economici e da preoccupazioni divulgative piuttosto che da scelte intellettuali di cultura militante e di impegno filosofico, e interpretato prevalentemente da stampatori ed editori intelligenti, colti e accorti, piuttosto che da scienziati e letterati di nome. Segno di un’indubbia attenzione dell’Italia alla cultura europea, a cui si chiedono libri e idee nuove per un pubblico nuovo e più ampio, da cui si mediano stili di ricerca e modi di pensiero moderni per dei lettori curiosi e sensibili al progresso del sapere; segno dell’interesse alla contemporaneità da parte dell’editoria italiana, aperta all’esperienza europea della divulgazione; segno delle tendenze cosmopolite degli intellettuali stessi, cautamente aperti all’universalismo della ragione. Ma anche segno di una loro esitazione di studiosi di un Paese cattolico e in gran parte conservatore di fronte ai rischi e ai pericoli della forza potenzialmente sovversiva di un’enciclopedia. E tuttavia, malgrado queste considerazioni che attengono alle opere di natura strettamente ed esplicitamente enciclopedica, nell'articolo avanzo l'ipotesi che nel secolo filosofico delle enciclopedie l’enciclopedismo italiano, fenomeno complesso e spesso contraddittorio, non sia solo quello editoriale dei volumi e dei libri, circoscritto nella geografia d’Italia tra Venezia e la Toscana, ma che esso sia anche, e soprattutto, quell’enciclopedismo sperimentale visivo e tattile delle collezioni e delle gallerie che, diffuso in tutta la Penisola, ispira i compendi di natura e le sillogi metodiche delle scienze e delle arti che gli scienziati raccoglievano nei loro studioli e le accademie esibivano “a labirinto” nelle loro ampie gallerie, offrendole all’osservazione e all’intelligenza del visitatore. Che esso sia anche quell’enciclopedismo interdisciplinare degli atti e dei resoconti delle varie accademie, in cui la nuova scienza sperimentale di Newton e di Locke ritrovava l’eredità di Galileo per mettersi sotto il segno del progresso e la filosofia moderna chiedeva alla letteratura di dare voce poetica ai suoi ideali universalistici e ai suoi programmi didascalici. Che sia anche quell’enciclopedismo ‘d’autore’ che in Italia ispira opere grandiose di scienza e di letteratura concepite come interventi culturali di ampio respiro e con esplicite ambizioni di generalità. Che esso sia anche quello dei periodici d’informazione apertamente impegnati nella battaglia delle idee in un programma militante di enciclopedismo dinamico e dialettico: esperienze brevi ma di significato anche per il presente che...
2011
Atlante della Letteratura italiana II. Dalla Controtiforma alla Restaurazione, a cura di E. Irace
733
741
M. Spallanzani
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