A Bologna, le testimonianze pittoriche di Amico Aspertini nella chiesa di Santa Cecilia e nella villa degli Isolani a Minerbio risultano esemplari ancora per tutto il Seicento, il secolo che con Girolamo Curti detto il Dentone scopre la pittura di prospettiva come genere figurativo autonomo. Ancor prima, si è suggerito in Aspertini l'interlocutore privilegiato da Durer in occasione del suo arrivo a Bologna. Inventore della quadratura e animatore di una riforma parallela a quella dei Carracci, Curti mostra le potenzialità di una solida architettura dipinta in prospettiva che sia in dialogo con quella reale ricercatrice del classico. A Mitelli e Colonna, Troili, Seghizzi, Pizzoli, Pietro Antonio Cerva, Gian Giacomo Monti, e Giuseppe Barbieri spetterà il merito di rendere ancora più complessi gli impianti prospettici mantenendo la quadratura al centro degli interessi della scuola bolognese e di diffonderne principi e soluzioni nelle regioni vicine, in Spagna e a Parigi. Si è messa a fuoco la personalità di Giulio Troili, figura decisiva nella teoria e nella prassi della quadratura nel secolo XVII, a Bologna e nei territori confinanti. Egli, con i suoi Paradossi per pratticare la prospettiva (Bologna, 1672), stabilisce un rapporto inscindibile tra nuova ricerca scientifica, rappresentazione e comunicazione. In linea con le più recenti acquisizioni del mondo scientifico-matematico, per Troili lo sguardo assume una funzione privilegiata di conoscenza. I bolognesi alla sua arte e al suo trattato di prospettiva guarderanno come un sicuro riferimento sino alle quadrature e alle scene di Ferdinando Galli Bibiena.
Da Aspertini a Bibiena. Il dialogo della quadratura con l'antico e con la scienza / M. Pigozzi. - STAMPA. - (2011), pp. 51-64. (Intervento presentato al convegno Quadratura. Geschichte, Theorie, Technik tenutosi a Berlin, centre March Bloch, Friedrichstrasse 191 nel 9-10 ottobre 2008).
Da Aspertini a Bibiena. Il dialogo della quadratura con l'antico e con la scienza
PIGOZZI, MARINELLA
2011
Abstract
A Bologna, le testimonianze pittoriche di Amico Aspertini nella chiesa di Santa Cecilia e nella villa degli Isolani a Minerbio risultano esemplari ancora per tutto il Seicento, il secolo che con Girolamo Curti detto il Dentone scopre la pittura di prospettiva come genere figurativo autonomo. Ancor prima, si è suggerito in Aspertini l'interlocutore privilegiato da Durer in occasione del suo arrivo a Bologna. Inventore della quadratura e animatore di una riforma parallela a quella dei Carracci, Curti mostra le potenzialità di una solida architettura dipinta in prospettiva che sia in dialogo con quella reale ricercatrice del classico. A Mitelli e Colonna, Troili, Seghizzi, Pizzoli, Pietro Antonio Cerva, Gian Giacomo Monti, e Giuseppe Barbieri spetterà il merito di rendere ancora più complessi gli impianti prospettici mantenendo la quadratura al centro degli interessi della scuola bolognese e di diffonderne principi e soluzioni nelle regioni vicine, in Spagna e a Parigi. Si è messa a fuoco la personalità di Giulio Troili, figura decisiva nella teoria e nella prassi della quadratura nel secolo XVII, a Bologna e nei territori confinanti. Egli, con i suoi Paradossi per pratticare la prospettiva (Bologna, 1672), stabilisce un rapporto inscindibile tra nuova ricerca scientifica, rappresentazione e comunicazione. In linea con le più recenti acquisizioni del mondo scientifico-matematico, per Troili lo sguardo assume una funzione privilegiata di conoscenza. I bolognesi alla sua arte e al suo trattato di prospettiva guarderanno come un sicuro riferimento sino alle quadrature e alle scene di Ferdinando Galli Bibiena.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.