Il contributo sottolinea come l’idea di sviluppo sostenibile appaia ormai condivisa da tutti; una serie di eventi e congressi lo hanno consacrato negli ultimi decenni, al punto che oggi è difficile trovare un progetto in un qualsiasi settore dove non compaia la parola “sostenibilità”. Il turismo non fa certo eccezione; nel 1988 l’Organizzazione Mondiale del Turismo ha definito turismo sostenibile quelle attività che “si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche”. Turismo sostenibile dovrebbe quindi significare sempre più la riscoperta del territorio e del rapporto con la natura, la diffusione di pratiche alternative rispetto al turismo di massa e soprattutto la diffusione di comportamenti eco-sostenibili. Se guardiamo l’area del nord Adriatico, l’impressione è di trovarsi di fronte a tendenze contrastanti. Da un lato, sulla costa italiana c’è stato forse il più grande sviluppo di turismo balneare d’Europa; questo ha significato anche una forte cementificazione, e un‘inevitabile impatto ambientale legato al flusso di turisti. D’altra parte, troviamo alcuni tratti di costa meno battuti, e un entroterra che solo negli ultimi anni sta venendo riscoperto e valorizzato turisticamente. Insomma, la sostenibilità può avere qui un richiamo particolare, presentandosi come un’opportunità da cogliere ma anche come un ostacolo da superare. Gli attori locali si sono già mossi molto in questo senso, tanto più che il mercato turistico spinge molto verso una articolazione e diversificazione dell’offerta, spesso e volentieri collegata proprio all’idea di sostenibilità: ecco quindi la destagionalizzazione, il coinvolgimento del territorio e l’elaborazione di proposte che sempre più richiamino il patrimonio ambientale e le peculiarità locali. Il contributo è parte di una ricerca PRIN sulle strategie imprenditoriali e aggregazioni territoriali nel turismo marittimo e intercostiero, e si propone di verificare l’impatto delle suddette tendenze presso istituzioni e imprese turistiche dell’Emilia Romagna. In particolare, si tratta di una ricognizione su come sia vissuta la sostenibilità turistica, e su quali misure siano state messe in atto al riguardo. Considera pertanto progetti di cooperazione pubblico-privato, reti di collaborazione regionale o intercostiera, nonché la creazione di nuovi prodotti turistici; in questo modo, si cerca di capire se l’attenzione al tema si rifletta in pratiche concrete, o se invece la sostenibilità rimanga una dichiarazione di intenti senza grandi ricadute sul territorio.

Il turismo sostenibile a Rimini, tra politiche territoriali e strategie imprenditoriali / G. Manella. - STAMPA. - (2010), pp. 163-178.

Il turismo sostenibile a Rimini, tra politiche territoriali e strategie imprenditoriali

MANELLA, GABRIELE
2010

Abstract

Il contributo sottolinea come l’idea di sviluppo sostenibile appaia ormai condivisa da tutti; una serie di eventi e congressi lo hanno consacrato negli ultimi decenni, al punto che oggi è difficile trovare un progetto in un qualsiasi settore dove non compaia la parola “sostenibilità”. Il turismo non fa certo eccezione; nel 1988 l’Organizzazione Mondiale del Turismo ha definito turismo sostenibile quelle attività che “si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche”. Turismo sostenibile dovrebbe quindi significare sempre più la riscoperta del territorio e del rapporto con la natura, la diffusione di pratiche alternative rispetto al turismo di massa e soprattutto la diffusione di comportamenti eco-sostenibili. Se guardiamo l’area del nord Adriatico, l’impressione è di trovarsi di fronte a tendenze contrastanti. Da un lato, sulla costa italiana c’è stato forse il più grande sviluppo di turismo balneare d’Europa; questo ha significato anche una forte cementificazione, e un‘inevitabile impatto ambientale legato al flusso di turisti. D’altra parte, troviamo alcuni tratti di costa meno battuti, e un entroterra che solo negli ultimi anni sta venendo riscoperto e valorizzato turisticamente. Insomma, la sostenibilità può avere qui un richiamo particolare, presentandosi come un’opportunità da cogliere ma anche come un ostacolo da superare. Gli attori locali si sono già mossi molto in questo senso, tanto più che il mercato turistico spinge molto verso una articolazione e diversificazione dell’offerta, spesso e volentieri collegata proprio all’idea di sostenibilità: ecco quindi la destagionalizzazione, il coinvolgimento del territorio e l’elaborazione di proposte che sempre più richiamino il patrimonio ambientale e le peculiarità locali. Il contributo è parte di una ricerca PRIN sulle strategie imprenditoriali e aggregazioni territoriali nel turismo marittimo e intercostiero, e si propone di verificare l’impatto delle suddette tendenze presso istituzioni e imprese turistiche dell’Emilia Romagna. In particolare, si tratta di una ricognizione su come sia vissuta la sostenibilità turistica, e su quali misure siano state messe in atto al riguardo. Considera pertanto progetti di cooperazione pubblico-privato, reti di collaborazione regionale o intercostiera, nonché la creazione di nuovi prodotti turistici; in questo modo, si cerca di capire se l’attenzione al tema si rifletta in pratiche concrete, o se invece la sostenibilità rimanga una dichiarazione di intenti senza grandi ricadute sul territorio.
2010
Il turismo sostenibile: opportunità e rischi
163
178
Il turismo sostenibile a Rimini, tra politiche territoriali e strategie imprenditoriali / G. Manella. - STAMPA. - (2010), pp. 163-178.
G. Manella
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/106538
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