Dal mondo classico a quello contemporaneo, l'opera di Carlo Prosperi non cessa mai di attingere alla letteratura, un universo che gli fornisce un preziosissimo materiale di immedesimazione poetica. Fondamentale appare la pubblicazione dei "Lirici greci" di Quasimodo in una lingua severa e asciutta, denudata di orpelli retorici. Nei "Tre frammenti di Saffo" del 1944 il compositore rispetta l'originaria frammentazione dei versi con tre momenti musicali da cui traspare una profonda adesione al contenuto poetico. Nelle "Cinque strofe dal greco", composte sei anni dopo, il mutamento dell'intonazione si palesa in un linguaggio fonico che ricorre a effetti come allitterazioni, anafore, creando una polifonia che risalta la struttura retorica e formale dei testi d'origine. Un ulteriore passo è segnato da "Marezzo", sull'omonimo testo di Montale, di dieci anni posteriore, dove l'elaborazione ormai compiuta della tecnica dodecafonica - applicata liberamente - porta Prosperi a farne un uso pluriseriale. Dal lungo componimento di Hoelderlin, infine, "O Diotima", Prosperi isola due strofe e le mette in musica nel 1981. Intorno al musicalissimo nome di Diotima, il brano si svolge secondo uan serialità che si piega all'imperativo primo del compositore di modellare la materia. Lungo l'arco di un'assidua frequentazione della letteratura, ricca di altri nomi significativi, si profila l'originalità di Prosperi nell'uso della scrittura dodecafonica: non un rapporto vincolante bensì un'ulteriore possibilità di libertà espressiva.

Carlo Prosperi: dai "Lirici greci" a Montale, a Hölderlin

SCALFARO, ANNA
2008

Abstract

Dal mondo classico a quello contemporaneo, l'opera di Carlo Prosperi non cessa mai di attingere alla letteratura, un universo che gli fornisce un preziosissimo materiale di immedesimazione poetica. Fondamentale appare la pubblicazione dei "Lirici greci" di Quasimodo in una lingua severa e asciutta, denudata di orpelli retorici. Nei "Tre frammenti di Saffo" del 1944 il compositore rispetta l'originaria frammentazione dei versi con tre momenti musicali da cui traspare una profonda adesione al contenuto poetico. Nelle "Cinque strofe dal greco", composte sei anni dopo, il mutamento dell'intonazione si palesa in un linguaggio fonico che ricorre a effetti come allitterazioni, anafore, creando una polifonia che risalta la struttura retorica e formale dei testi d'origine. Un ulteriore passo è segnato da "Marezzo", sull'omonimo testo di Montale, di dieci anni posteriore, dove l'elaborazione ormai compiuta della tecnica dodecafonica - applicata liberamente - porta Prosperi a farne un uso pluriseriale. Dal lungo componimento di Hoelderlin, infine, "O Diotima", Prosperi isola due strofe e le mette in musica nel 1981. Intorno al musicalissimo nome di Diotima, il brano si svolge secondo uan serialità che si piega all'imperativo primo del compositore di modellare la materia. Lungo l'arco di un'assidua frequentazione della letteratura, ricca di altri nomi significativi, si profila l'originalità di Prosperi nell'uso della scrittura dodecafonica: non un rapporto vincolante bensì un'ulteriore possibilità di libertà espressiva.
2008
Carlo Prosperi e il Novecento musicale da Firenze all'Europa
311
335
Scalfaro A.
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