L'autrice analizza la recezione dei lirici greci nell’opera di Luigi Dallapiccola: da "Estate" (1932), composizione per coro maschile a cappella su un frammento di Alceo tradotto da Ettore Romagnoli, alle "Liriche grech"e (1942-45), per voce e accompagnamento strumentale su testi di poeti greci tradotti da Salvatore Quasimodo. Attraverso le principali riviste letterarie e filosofiche dell’epoca, si ricostruisce il dibattito sul tema della traduzione negli anni Trenta e Quaranta. Nell’indagine assume particolare risalto un saggio di Luciano Anceschi (Introduzione ai Lirici greci di Quasimodo del 1940) che, sostenendo una concordanza tra l’antica lirica greca e il movimento poetico dell’ermetismo, interpreta le nuove traduzioni-ricreazioni del poeta siciliano come una lettura in chiave ermetica dei classici. L'autrice indaga le affinità sottolineate in diverse occasioni tra i nuovi Lirici greci di Quasimodo e l’adozione della dodecafonia da parte di Dallapiccola: il metodo dodecafonico, infatti, è impiegato nelle Liriche greche, per raggiungere una diversa “espressione”. La nuova organizzazione melodica, svincolata dai vecchi procedimenti tonali, intende acquistare essenzialità, così come le nuove traduzioni di Quasimodo, influenzate dall’ermetismo, hanno reso in maniera più autentica le voci dell’antica Grecia.
«Eros languido desidero cantare». Quasimodo, Dallapiccola e i lirici greci
SCALFARO, ANNA
2005
Abstract
L'autrice analizza la recezione dei lirici greci nell’opera di Luigi Dallapiccola: da "Estate" (1932), composizione per coro maschile a cappella su un frammento di Alceo tradotto da Ettore Romagnoli, alle "Liriche grech"e (1942-45), per voce e accompagnamento strumentale su testi di poeti greci tradotti da Salvatore Quasimodo. Attraverso le principali riviste letterarie e filosofiche dell’epoca, si ricostruisce il dibattito sul tema della traduzione negli anni Trenta e Quaranta. Nell’indagine assume particolare risalto un saggio di Luciano Anceschi (Introduzione ai Lirici greci di Quasimodo del 1940) che, sostenendo una concordanza tra l’antica lirica greca e il movimento poetico dell’ermetismo, interpreta le nuove traduzioni-ricreazioni del poeta siciliano come una lettura in chiave ermetica dei classici. L'autrice indaga le affinità sottolineate in diverse occasioni tra i nuovi Lirici greci di Quasimodo e l’adozione della dodecafonia da parte di Dallapiccola: il metodo dodecafonico, infatti, è impiegato nelle Liriche greche, per raggiungere una diversa “espressione”. La nuova organizzazione melodica, svincolata dai vecchi procedimenti tonali, intende acquistare essenzialità, così come le nuove traduzioni di Quasimodo, influenzate dall’ermetismo, hanno reso in maniera più autentica le voci dell’antica Grecia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.