Introduzione. Il Corynebacterium urealyticum è un batterio multiresistente, Gram-positivo, ureasi-produttore, responsabile di una rara forma di infezione delle vie urinarie (Urinary Tract Infecion, UTI) nel cane e nel gatto. Esistono diversi fattori di rischio che possono predisporre all’infezione quali immunodepressione, UTI precedenti, cateterismo urinario, ospedalizzazione per lunghi periodi e terapie antibiotiche. Il C. urealyticum può causare una UTI caratterizzata da alcalinizzazione delle urine e urolitiasi da struvite e fosfato di calcio fino alla formazione di placche vescicali (cosiddetta “cistite incrostata”). Descrizione del caso. Questo studio descrive una UTI da C. urealyticum in due cani: un Lagotto Romagnolo, femmina sterilizzata di 12 anni (caso 1) e un Pastore Tedesco, maschio di 14 anni (caso 2). I due cani avevano in comune un’anamnesi con problemi neurologici al rachide, precedenti UTI trattate con terapia antibiotica, un periodo lungo di ospedalizzazione e cateterismo urinario permanente. I segni clinici principali erano riferibili a patologie delle vie urinarie inferiori. Nel caso 1, l’analisi delle urine ha mostrato ematuria macroscopica, peso specifico 1056, pH 8,5, proteinuria (100 mg/dl) ed eritruria (250 eritrociti/ μl). Il sedimento era caratterizzato da leucocituria, eritruria, marcata cristalluria di struvite ed una grave batteriuria con bastoncelli Gram-positivi. I reperti urinari nel caso 2 erano ematuria macroscopica, peso specifico 1026, pH 7.0, proteinuria (30 mg/dl) ed eritruria (250 eritrociti/μl). Il sedimento urinario presentava moderata eritruria e leucocituria con numerosi bastoncelli Gram-positivi. L’esame batteriologico con antibiogramma ha permesso di isolare il C. urealyticum, sensibile ad antibatterici glicopeptidici in entrambi i casi. È stata impostata una terapia con teicoplanina (6 mg/Kg q24h) per 3 settimane. Nel caso 1, i segni clinici sono progressivamente migliorati, tuttavia dopo 14 giorni dall’inizio della terapia l’esame colturale ha evidenziato una sovrainfezione da Escherichia Coli che è stata trattata con Imipenem per 4 settimane. Nel corso dei due mesi di follow-up gli esami colturali sono risultati negativi e ad oggi il cane è clinicamente asintomatico. Nel caso 2 i segni clinici non si sono mai risolti completamente nonostante l’esito negativo del batteriologico e dopo la sospensione della terapia antibatterica il cane ha presentato una recidiva con ostruzione delle vie urinarie inferiori. L’ecografia addominale ha evidenziato un ispessimento della parete vescicale, presenza di strutture iperecogene all’interno del lume e idronefrosi bilaterale associata a dilatazione ureterale. Il cateterismo ha permesso di rimuovere un “plug” localizzato a livello di uretra peniena e di risolvere l’ostruzione; tuttavia le condizioni cliniche del soggetto sono progressivamente peggiorate a causa di una pielonefrite e conseguente sepsi. Dopo pochi giorni il cane è stato sottoposto ad eutanasia. Conclusioni. I due casi descritti presentano numerose analogie per ciò che riguarda i fattori predisponenti all’infezione, i segni clinici e clinico-patologici che si verificano in corso di infezione da C. urealyticum, in accordo con la Letteratura consultata. A conoscenza degli autori, nel cane non è stata mai descritta una ostruzione delle vie urinarie inferiori in corso di infezione da C. urealyticum come è avvenuto nel caso 2. In Medicina Umana, tale patologia è considerata una infezione nosocomiale ed in questo studio la peculiarità è data dal fatto che i due cani sono stati ospedalizzati contemporaneamente, il che potrebbe far ipotizzare una possibile trasmissione del patogeno per via indiretta. La presenza di questo microrganismo deve essere sospettata in tutti i casi in cui sia presente una alcalinizzazione delle urine con cristalluria da struvite e segni clinici di UTI. Una diagnosi precoce associata ad un trattamento antibatterico mirato...

INFEZIONE DEL TRATTO URINARIO DA CORYNEBACTERIUM UREALYTICUM IN DUE CANI

ISAYA, ROSARIA;DONDI, FRANCESCO;BISERNI, ROBERTA;PIVA, SILVIA;GIUNTI, MASSIMO
2010

Abstract

Introduzione. Il Corynebacterium urealyticum è un batterio multiresistente, Gram-positivo, ureasi-produttore, responsabile di una rara forma di infezione delle vie urinarie (Urinary Tract Infecion, UTI) nel cane e nel gatto. Esistono diversi fattori di rischio che possono predisporre all’infezione quali immunodepressione, UTI precedenti, cateterismo urinario, ospedalizzazione per lunghi periodi e terapie antibiotiche. Il C. urealyticum può causare una UTI caratterizzata da alcalinizzazione delle urine e urolitiasi da struvite e fosfato di calcio fino alla formazione di placche vescicali (cosiddetta “cistite incrostata”). Descrizione del caso. Questo studio descrive una UTI da C. urealyticum in due cani: un Lagotto Romagnolo, femmina sterilizzata di 12 anni (caso 1) e un Pastore Tedesco, maschio di 14 anni (caso 2). I due cani avevano in comune un’anamnesi con problemi neurologici al rachide, precedenti UTI trattate con terapia antibiotica, un periodo lungo di ospedalizzazione e cateterismo urinario permanente. I segni clinici principali erano riferibili a patologie delle vie urinarie inferiori. Nel caso 1, l’analisi delle urine ha mostrato ematuria macroscopica, peso specifico 1056, pH 8,5, proteinuria (100 mg/dl) ed eritruria (250 eritrociti/ μl). Il sedimento era caratterizzato da leucocituria, eritruria, marcata cristalluria di struvite ed una grave batteriuria con bastoncelli Gram-positivi. I reperti urinari nel caso 2 erano ematuria macroscopica, peso specifico 1026, pH 7.0, proteinuria (30 mg/dl) ed eritruria (250 eritrociti/μl). Il sedimento urinario presentava moderata eritruria e leucocituria con numerosi bastoncelli Gram-positivi. L’esame batteriologico con antibiogramma ha permesso di isolare il C. urealyticum, sensibile ad antibatterici glicopeptidici in entrambi i casi. È stata impostata una terapia con teicoplanina (6 mg/Kg q24h) per 3 settimane. Nel caso 1, i segni clinici sono progressivamente migliorati, tuttavia dopo 14 giorni dall’inizio della terapia l’esame colturale ha evidenziato una sovrainfezione da Escherichia Coli che è stata trattata con Imipenem per 4 settimane. Nel corso dei due mesi di follow-up gli esami colturali sono risultati negativi e ad oggi il cane è clinicamente asintomatico. Nel caso 2 i segni clinici non si sono mai risolti completamente nonostante l’esito negativo del batteriologico e dopo la sospensione della terapia antibatterica il cane ha presentato una recidiva con ostruzione delle vie urinarie inferiori. L’ecografia addominale ha evidenziato un ispessimento della parete vescicale, presenza di strutture iperecogene all’interno del lume e idronefrosi bilaterale associata a dilatazione ureterale. Il cateterismo ha permesso di rimuovere un “plug” localizzato a livello di uretra peniena e di risolvere l’ostruzione; tuttavia le condizioni cliniche del soggetto sono progressivamente peggiorate a causa di una pielonefrite e conseguente sepsi. Dopo pochi giorni il cane è stato sottoposto ad eutanasia. Conclusioni. I due casi descritti presentano numerose analogie per ciò che riguarda i fattori predisponenti all’infezione, i segni clinici e clinico-patologici che si verificano in corso di infezione da C. urealyticum, in accordo con la Letteratura consultata. A conoscenza degli autori, nel cane non è stata mai descritta una ostruzione delle vie urinarie inferiori in corso di infezione da C. urealyticum come è avvenuto nel caso 2. In Medicina Umana, tale patologia è considerata una infezione nosocomiale ed in questo studio la peculiarità è data dal fatto che i due cani sono stati ospedalizzati contemporaneamente, il che potrebbe far ipotizzare una possibile trasmissione del patogeno per via indiretta. La presenza di questo microrganismo deve essere sospettata in tutti i casi in cui sia presente una alcalinizzazione delle urine con cristalluria da struvite e segni clinici di UTI. Una diagnosi precoce associata ad un trattamento antibatterico mirato...
2010
Atti del 65° Congresso internazionale multisala SCIVAC
292
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R. Isaya; F. Dondi; R. Biserni; S. Piva; M. Giunti
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